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Il microscopio ottico, uno zoom biologico.

02/05/2013

Il microscopio ottico, uno zoom biologico.

La storia del più comune strumento per l’indagine biologica, il microscopio ottico, prende il via nel ‘600 con Galileo che lo definì “l’occhialino per poter vedere le cose minime”, quelle forme di vita talmente piccole che l'occhio umano non sarebbe in gradi di poter apprezzare e distinguere.

A quel tempo, la scelta era abbastanza ampia, con la proposizione di alcuni modelli che pero' presentavano l'analogo inconveniente dell’aberrazione cromatica. In sostanza, i diversi colori che compongono la luce bianca, passando attraverso le lenti venivano rifratti con angoli differenti, il che determinava uno scadimento della nitidezza dell'immagine.

Da qui derivo' la preferenza per l'utilizzo del microscopio con una sola lente, che sebbene fornito solo di piccolo ingrandimento, consenti' le prime straordinarie scoperte come i globuli rossi, gli spermatozoi, i batteri e diversi microrganismi a vita libera che si trovano inseriti nel novero dei più antichi abitanti della terra.

Negli anni successivi, la tecnologia ha fatto naturalmente il suo corso e le difficoltà ottiche sono state risolte. L'attuale microscopio consta di due potenti tipi di lenti, l’oculare e l’obiettivo, di un tavolino traslatore portaoggetti e di un diaframma, che regola il fascio di luce che proviene dal basso.

Nella tecnica microscopica biologica è essenziale mantenere il più possibile l’aspetto delle strutture affinché si possano conservare nel tempo ed è importante che il preparato posto sul vetrino sia molto sottile, al fine di poter essere facilmente attraversato dal fascio di luce, mentre per una corretta messa a fuoco si rende necessario avvicinarlo o allontanarlo dall’obiettivo utilizzato.

In tutti i casi, è bene tener presente che l’immagine che giunge all’occhio dell’osservatore risulta rovesciata, sia in senso alto-basso che destro-sinistro.

Nell’ultimo secolo questo importante ed essenziale strumento ha reso possibile l'identificazione di nuovi agenti patogeni, di specifiche strutture anatomiche nonché l’elaborazione di numerose teorie fisiologiche, aprendo la strada ad una maggiore comprensione di tutti gli esseri viventi.

Letizia Passantino
 

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