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30/08/2013
Pamukkale e Hierapolis: piscine naturali e sito archeologico
A ben ragione, Pamukkale, che significa “castello di cotone”, è patrimonio dell’Unesco. Certo, raggiungerlo dalla nostra posizione non è facile e richiede qualche ora di bus. Da Bodrum al sito scelto ci separano all’incirca quattro ore. Ma come fare a ignorare la presenza di questo meraviglioso luogo della Turchia, che vanta suggestive piscine e reperti archeologici? La risposta è semplice e scontata: non si può! La sveglia suona all’alba, l’autobus ci aspetta con destinazione l’antica città di Hierapolis.
Durante il tragitto una guida italiana ci spiega le particolarità e la storia del posto in cui ci stiamo recando, ma anche le tradizioni religiose e popolari dei turchi. Hierapolis fu costruita nel II secolo a. C. da un re di Pergamo, e prese il nome dalla moglie di Telephos (fondatore mitico di Pergamo), Hiera (regina delle Amazzoni). In seguito, divenne un’importante città bizantina e vi si diffuse la religione cristiana: uno dei dodici apostoli, Filippo, vi morì e intorno alla sua tomba si costruì una delle prime chiese. Nonostante si siano susseguite diverse dominazioni, fino a quella dei turchi, l’immenso patrimonio, terme comprese, ha mantenuto un buono stato di conservazione.
La città fu denominata anche “città sacra”, in seguito alla scoperta dei suoi edifici religiosi. Camminare per le sue strade è davvero un’emozione: ad ogni passo si incrocia una costruzione importante, che gli addetti ai lavori stanno curando in modo impeccabile. L’agorà, il Gymnasium, la Porta bizantina a Sud e a Nord, i capitelli ionici, le mura, il teatro, il luogo del martirio di San Filippo.
Accanto all’antico tempio di Apollo si trova la piscina di Cleopatra in cui è possibile entrare e rilassarsi tra resti di colonne antiche. Pamukkale è compresa entro i confini della città e raggiungibile a piedi. Già in lontananza possiamo osservare le sue scogliere di marmo che sembrano nuvole bianche, candida neve o cascate di ghiaccio. La sorgente termale è stata utilizzata per secoli per le sue proprietà terapeutiche e curative; è collegata alle scogliere di calcare da un lungo canale e la temperatura delle sue acque va dai 35 gradi a salire.
Non siamo chimici esperti, ma vogliamo saperne di più, così ci informiamo sulla natura della sua formazione: l’acqua contiene idrocarbonato di calcio che evapora a contatto con l’ossigeno e forma elementi che sedimentano il carbonato di calcio. Col passare del tempo si addensa e offre ai visitatori questo splendido e candido spettacolo. Sembra di essere catapultati in un autentico paradiso in cui è possibile immergersi a piedi nudi: cerchiamo di non farci prendere troppo dall’entusiasmo e di guardare bene dove poggiamo i piedi perche’ il piano è alquanto scivoloso. Fortunatamente, tutto fila per il verso giusto. Gironzoliamo un po’ di tempo per le vasche e capiamo davvero perché è un sito scelto da molti turisti e un luogo definito benefico dagli antichi! La sera, al rientro, siamo stremati dalla stanchezza ma felici per la bella escursione che accresce senza dubbio la nostra cultura personale. Andiamo a riposare, contenti che la nostra fatica sia stata ampiamente ripagata da quanto abbiamo potuto ammirare.
Giuliana Scamardella