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06/10/2013
Il Livorno, avversario ostico per gli azzurri
Nell’ultima delle partite pomeridiane dell’anno, il San Paolo accoglie il Livorno. Massimizzare il risultato è l’obiettivo degli azzurri, dare battaglia quello dei granata. Restano delle incertezze sulla formazione che schiererà mister Nicola: Emerson sembra trovare nelle ultima ora la sua collocazione come mediano davanti alla difesa, che dovrebbe essere composta da Coda, Rinaudo (ex fra i toscani) e Ceccherini.
Lo schieramento dovrebbe essere quello di un classico 3-5-2, con la possibile variante di un 3-5-1-1, inserendo un centrocampista in più (Greco) al posto di Emeghara. Gemiti e Belingheri, entrambi pienamente recuperati, si accomoderanno in panchina. Una formazione abbottonata, ma che stando alle intenzioni del tecnico, non lascerà al Napoli il completo controllo della gara.
“Dovremo tenere conto di un Napoli,” ha proseguito il mister, “che oltre alle qualità dei singoli, non dà punti di riferimento. Dovremo essere camaleontici ed essere altrettanto bravi da un punto di vista difensivo per riconquistare palla, ripartire e provare a fare gioco”. Il Livorno finora ha subito 6 reti facendone 8, dimostrando di meritare il 9° posto che occupa.
Due vittorie, due pareggi e due sconfitte (di cui una contro la Roma) sono un bilancio altamente positivo per quella che finora è stata una sorpresa del nostro campionato. In particolare, sembra avere un’ottima attitudine nelle gare in trasferta. L’ultima partita, persa al Bentegodi contro il Verona, è stata comunque di buon livello: i padroni di casa hanno avuto ragione dei toscani solo grazie ad un dubbio episodio arbitrale. Ecco quindi che si profila un interessante paragone tra Nicola e Walter Mazzarri: i due hanno cominciato molto bene a Livorno pur ricevendo un’accoglienza non proprio da idillio. Il primo veniva dalla Lumezzane, il secondo da una non brillante stagione con il Pistoia, ma a loro il merito di riuscire a cambiare gli animi.
Entrambi utilizzano il 3-5-2 (così come la sua variante 3-5-1-1), fatto di tanta corsa ed organizzazione: non è facile bucare le difese centralmente, l’avversario viene spinto sugli esterni dove per forza di cose si trova ad attaccare in forte inferiorità numerica. Il resto lo fanno le rapide ripartenze, che lungi dal significare un semplice “palla lunga all’attaccante”, somigliano più ad una saetta nelle squadre avversarie, un segmento di 3-4 passaggi che porta rapidamente la punta più avanzata alla conclusione. In un certo senso quindi, il Napoli, pur non avendoci mai giocato, questo Livorno lo conosce già.
Vincenzo Credendino