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Le specie aliene

05/03/2012

Le specie aliene

Quando si parla di specie aliene che hanno invaso il nostro mare o il territorio, non intendiamo extraterrestri provenienti da chi sa quale galassia, quanto piuttosto della diffusione di specie provenienti da luoghi lontani, che una volta introdotti nel nuovo ambiente sopravvivono adattandosi. Attraverso tale popolamento, talvolta eccessivo e fuori controllo, possono entrare in competizione con le specie autoctone, modificando gli ecosistemi locali, come il gambero di fiume americano o l’Euglandina rosea, che hanno portato alla quasi estinzione, rispettivamente, del nostrano gambero italiano o delle altre specie di chiocciole.
Tali specie dette anche alloctone, spesso a causa della globalizzazione, sono importate dall’uomo inconsapevole, che con navi e aerei trasporta merci da un continente all’altro; così finiscono per viaggiare anche nuove specie di insetti, pesci, crostacei, vermi, piante, funghi o peggio batteri, i quali clandestini sono causa di numerose malattie, vedi per esempio l’asiatica zanzara tigre o il famigerato punteruolo rosso che sta distruggendo le nostre palme.
L’ingresso di specie invasive può essere dovuto anche a cause naturali, come il cambiamento climatico ed il conseguente riscaldamento superficiale delle acque. Infatti, la tropicalizzazione del Mar Mediterraneo ha permesso l’entrata di specie che fino ad oggi erano confinate nei loro mari, come lo Stephanolesis diaspor un cugino del pesce balestra, l’Etrumerus teres una sorta di grossa sardina, il Siganus rivulatu un vegetariano simile alla salpa, di pesci pappagallo ma anche di pesci più insidiosi come il barracuda (foto) o di diversi tipi di squali. Ma il vero problema della diffusione delle specie aliene, come segnalato più volte dal WWF, è la perdita della biodiversità, ossia la banalizzazione e la diminuzione della ricchezza delle specie tipiche della nostra area geografica, inoltre per via delle dinamiche che essa stessa genera, potrebbe avere ripercussioni negative in termini economici, poiché danneggerebbe il commercio del pescato e dei prodotti agricoli. 

Letizia Passantino

 

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