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06/03/2012
Sette film in sette giorni – guida alla settimana cinematografica in tv Dal 5 all'11 marzo
L’Italia incassa i complimenti dall’Unione Europea per le prospettive di fuoriuscita dalla crisi: noi, col cinema, preferiamo tenerci in allenamento sull’orlo dell’apocalisse, votandoci in apertura della settimana cine-televisiva alla visione di “Codice Genesi” (Rai 3, lunedì 5 marzo – 21,05) di Albert Hughes. Denzel Washington interpreta Eli, pellegrino errante in un mondo devastato ed arso dal sole, che vagabonda in un’America desolata con un libro misterioso e salvifico. Interessanti scenari da videogame: per chi ama i videogame. Non è un film di chiccherie, ma Washington porta bene l’orario in formato “a che ora è la fine del mondo”.
Apocalisse tentata, ma fallita, quella de “L’avvocato del diavolo” (Rete 4, martedì 6 marzo – 23,25) di Taylor Hackford, indimenticabile duetto tra il mefistofelico Al Pacino ed il troppo poco angelico Keanu Reeves, rampante principe di un foro presto odoroso di zolfo. Cast lussuoso completato da Charlize Theron, che asseconda l’ascesa del giovane marito scontando, in famiglia, la discesa negli inferi della solitudine. Hackford è un mestierante che sa cosa fare, ma ha la vista corta: il film è gradevole, anche se spicciolo.
Due anni fa la notte degli Oscar, nel 2012 così felice per “The Artist”, incoronava a sorpresa “The Hurt Locker” (Rai 4, mercoledì 7 marzo – 21,10) di Kathryn Bigelow, vicenda a più episodi di una squadra di artificieri impegnata nel disinnesco di ordigni esplosivi in Iraq: ma il detonatore più schiantante è nell’adrenalina di chi, in missione per servire la Patria, sembra quasi drogato di avventura, della serie “il pericolo è il mio mestiere (mortale)”. Lo sguardo dell’autrice si muove in bilico tra trasfigurazione allucinata e racconto minimale, disinnescando ogni rischio di retorica.
La Pasqua è più vicina di Halloween, ma “La notte dei morti viventi” (Rai 4, giovedì 8 marzo – 00,40) resta comunque una festa del cinema. La trama si racconta col titolo, ciò che s’intende solo a guardare è l’immaginario “notturno”, esageratamente truculento che George Romero confezionò a bassissimo costo.
Non è esattamente un canale di cinema quello che trasmetterà “I cento passi” (Rai Storia, venerdì 9 marzo – 21,00) di Marco Tullio Giordana, ma la storia del film è anche Storia: d’Italia; e già del cinema. Sin dal titolo è un’opera che dichiara l’ambizione di fare di un’epoca e di una generazione un mondo di immagini in movimento. Cento sono i passi che separano l’abitazione di Peppino Impastato, figlio ribelle di un piccolo boss della mafia, da quella di Tano Badalamenti, boss – più grande – da cui dipende il futuro. Citazioni del cinema politico italiano (Pasolini e Rosi) ma anche de “Il padrino” di Coppola, con molta enfasi sul parricidio morale di Impastato, emblema di un’epoca.
Il sabato, in genere, le coppie escono. Al sabato, in tv, le coppie scoppiano: “Lettere da Iwo Jima” (Iris, sabato 10 marzo – 21,00), il film da tandem di “Flags of our fathers” di Eastwood, viene proposto “in solitaria”. Resistenza eroica del Giappone durante la seconda guerra mondiale, attraverso gli occhi di Tadamichi Kuribayashi, uomo di profonda cultura che ha vissuto a lungo negli Stati Uniti. Fotografia desaturata per una narrazione storica spettacolare, ma soprattutto capace di assumere la prospettiva di un’intimità individuale ferita.
Anche se di domenica non si fanno compiti a casa, i cinefili attenti si daranno alle ripetizioni, rinverdendo la lezione di Alexander Payne, reduce dalla delusione prevedibile della notte degli Oscar con “Paradiso amaro”, rimasto a secco di premi. In “Sideways – In viaggio con Jack” (Iris, domenica 11 marzo – 16,57), Miles e Jack, quarantenni amici da una vita, partono in auto da Los Angeles per un viaggio tra i vigneti della California: il primo, intellettuale degustare di vini, il secondo ad una settimana dal matrimonio, in cerca delle ultime avventure da celibe. Proprio come “Paradiso amaro”, è un film malinconico ma anche leggero, intelligente, meditato, fuori dai canoni hollywoodiani del road movie: ideale chiusura del “viaggio” cine-televisivo settimanale.
Antonio Maiorino