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Il Pisello, un antico legume utile alla scienza

31/03/2014

Il Pisello, un antico legume utile alla scienza

Il pisello, dal latino Pisum sativum, è un legume coltivato in tutto il mondo, in particolar modo nei paesi asiatici, atteso che è originario dell’India.
La sua è una pianta annua molto antica, risalente al periodo Neolitico, con un fusto cilindrico e sottile che si può presentare eretto o strisciante e con foglie pennate e composte mentre i fiori, riuniti come un grappolo, sono bellissimi e coloratissimi nelle varietà del bianco, rosso, violetto e giallo.

Per questo motivo, infatti, alcune specie vengono considerate alla stregua di autentiche piante ornamentali. Il Lathyrus pratensis o il Lathyrus odoratus crescono spontaneamente in diverse zone dell’Italia meridionale e sono molto apprezzate per bordure, accompagnando altre piante in vaso. Ad ogni modo, il pisello è considerato soprattutto un ottimo alimento, considerato il suo alto contenuto proteico, glucidico e vitaminico, sia per il consumo umano che quello zootecnico, infatti lo si coltiva nei piccoli orti ma anche in pieno campo per scopi industriali.

La semina si effettua nei mesi di ottobre-novembre, approfittando del clima mite, ma cosa fondamentale è la giusta preparazione del terreno, che deve essere concimato, ben irrigato e non presentare erbe infestanti. Per la varietà rampicante, inoltre, occorre provvedere alla sistemazione di opportuni tutori.

La raccolta del frutto avviene all’inizio della maturazione, se destinato al consumo fresco immediato o all’industria conserviera, mentre si attende la completa maturazione per la successiva essiccazione.

Fondamentalmente le varietà della pianta possono essere distinte in base all’altezza del fusto: nana, se non supera i 50cm, seminana e rampicante, che può superare i 2m di altezza. Il frutto è costituito di un baccello, diritto o ricurvo, all’interno del quale i semi possono essere lisci o rugosi, in base al contenuto di carboidrati, e di colore giallo o verde.

Tali varietà furono oggetto di studio del monaco Gregor J. Mendel che intorno al 1860 viveva ed insegnava scienze nel Monastero di San Tommaso di Brunn, in Moravia (Repubblica Ceca). Egli coltivò migliaia di piante di piselli, sfruttando sia la loro autogamia, ossia la capacità di autofecondazione, che incrociandole tra loro, per capire con quali modalità i caratteri ereditari si trasmettessero di generazione in generazione.

Elaborò così le tre Leggi sull’Ereditarietà: quella della “dominanza”, quella “della segregazione” e quella “dell’ assortimento indipendente”, purtroppo la scientificità del lavoro venne apprezzata solo molti anni dopo la sua morte e, ancor oggi, tali enunciati rappresentano una pietra miliare della genetica formale.

Letizia Passantino
 

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