La seconda giornata dei Mondiali di Brasile 2014 proponeva tre scontri molto interessanti, uno dei quali definito come possibile finale del torneo iridato: Spagna-Olanda.

Ma nel pomeriggio italiano, un’altra squadra si è posta all’attenzione degli osservatori: il Messico. I verdi centroamericani non hanno velleità di giungere fino in fondo alla rassegna brasiliana, ma daranno parecchio filo da torcere a tutti, mettendo in mostra gioielli come Dos Santos, Hernandez e soprattutto il bomber Peralta, autore dell’1-0 contro il Camerun.

Anche il Cile fa il suo dovere contro l’Australia, grazie ad un immenso Sanchez (gol e assist per il gol di Valdivia) e al sinistro al fulmicotone di Beausejour, intervallati dal gol australiano dell’eterno Cahill.

Ma senza dubbio, la copertina del giorno è dell’Olanda. Gli “orange” non sono tra le favorite nei pronostici degli addetti ai lavori. Oltretutto, contro la Spagna vanno sotto dopo 27’ minuti per il rigore segnato da Xabi Alonso e rischiano il tracollo 5 minuti dopo (Silva sbaglia tutto solo davanti a Cillesen). I giovani di Van Gaal tardano a carburare ed ecco allora salire al proscenio la vecchia guardia. Van Persie, che quest’anno ha avuto una stagione difficile al Manchester United, trova prima il pareggio con un colpo di testa da cineteca e poi il 4-1 su regalo di Casillas (apparso in netto ritardo di condizione). E soprattutto, sale in cattedra Arjen Robben. Quando il 30enne del Bayern di Monaco aziona la propria velocità e il suo sinistro, non ce n’è per nessuno. Ramos e Piquè non lo prendono mai, così lui realizza il 2-1 e pure il 5-1 arancione (risultato finale). Ora le furie rosse rischiano molto, se nella seconda partita col Cile non trovano i 3 punti salva mondiale. Ma non bisogna dimenticare che 4 anni fa avevano esordito con una sconfitta, poi hanno vinto il Mondiale in Sudafrica.
 

Vincenzo Perrella