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FILM : SIAMO.....IN TIME

16/03/2012

FILM : SIAMO.....IN TIME

Permane da oltre un mese nelle sale cinematografiche il film di Andrew Niccol “In Time” grazie agli spunti che offre allo spettatore nell’interpretazione della realtà.
Corri! Per non morire. Una battaglia contro il tempo, quella di Will Sears, un giovane che abita il mondo del futuro, dove l’età biologica si ferma a 25 anni, scandendo le vite degli uomini affannati a guadagnare sempre più tempo, unica moneta di scambio.
Il protagonista, interpretato da Justin Timberlake, si destreggia abilmente in una società classista, dove i ricchi detengono il potere, avendo tanto tempo a disposizione, e le persone comuni, combattono per non perderlo. Con il tempo si pagano debiti, da mangiare, il biglietto dell’autobus, si chiedono rateizzazioni e prestiti di tempo, ma mentre tutti cercano di negoziare per la loro immortalità, i ricchi possono vivere per sempre. Un giorno, la vita di Will cambia, grazie all’incontro con un uomo influente che ha oltre 150 anni, e, stanco di vivere, gli dona il suo tempo. Il ragazzo è costretto a lasciare il ghetto in cui vive, in quanto è controllato dai custodi del tempo, personaggi che visionano le eque ripartizioni di tempo tra le zone ricche e povere, e si sposta verso le zone abitate esclusivamente da persone facoltose. Conosce in questo ambiente la figlia di un magnate, che ha tantissimo tempo davanti a sé, ma che sente di non aver mai vissuto. La ragazza scappa insieme a Will che ormai è un ricercato, e lo aiuta ad attuare il progetto di una vita : possedere tanto tempo, per regalarne a chi non ne ha più. Così iniziano a rapinare le banche del tempo, e a ridistribuirlo equamente tra la popolazione del ghetto. Questo fa saltare tutto il sistema economico sul quale si poggia la società, secondo il quale il potere poteva essere in mano a pochi. Dubbio il finale, che ripropone il modello Robin Hood “ruba ai ricchi per donare ai poveri”.
Molto brillante comunque, l’idea del regista, Andrew Niccol, che ci ripropone la metafora del denaro sotto forma di tempo, ed il concetto di mercificazione dell’uomo, dando spunto a molteplici riflessioni.
La prima, quello dell’annoverato concetto della ripartizione diseguale del potere, da sempre esistita ma giunta a noi in forma teorica dalla fine dell’ 800 grazie alla scoperta dello studioso Vilfredo Pareto nota ad oggi come regola dell’80/20. L’economista, analizzando l’andamento del reddito in Inghilterra, scoprì che circa il 20% della popolazione possedeva l’80% della ricchezza, e confrontando questo dato con altri paesi e regioni, constatò che risultava inalterato. La nozione è attualissima, ed ampiamente utilizzata anche per descrivere alcuni modelli economici e commerciali, ma spostando il concetto sul lato umano, riassume egregiamente sia le discrepanze della società al loro interno, sia in una visione più ampia il rapporto Primo Mondo - Terzo Mondo.
La seconda riflessione verte sul effettivo consumo che noi facciamo del nostro tempo, cioè che spesso “non viviamo”, per guadagnare, lavorare, e sottostare ai doveri quotidiani, senza capire che il tempo che stiamo bypassando è prezioso e non tornerà. Viene evidenziato l’aspetto secondo il quale chi possiede non apprezza, e chi non possiede trascorre tutta la vita a cercare di possedere. Questa visione racchiude un sapere antico, e fa tornare alla mente le celebri parole del Dalai Lama
: «Gli uomini perdono la salute per fare soldi, e poi perdono i soldi per tentare di recuperare la salute. Pensano tanto ansiosamente al futuro dimenticando di vivere il presente. Così facendo, non riescono a vivere né il presente né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto »
Ultima riflessione, si sviluppa attorno l’illusione vana di lottare per cambiare il sistema, proposta in maniera latente in diversi punti nel film, che lascia pensare al “così era e così sarà sempre”, ma che alla fine, almeno nella realtà cinematografica scardina i luoghi comuni proponendo il lieto fine.

Ylenia Marigliano
 

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