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Sette film in sette giorni

19/03/2012

Sette film in sette giorni

Sette film in sette giorni – guida alla settimana cinematografica in tv
Dal 19 al 25 marzo - A cura di Antonio Maiorino

 

 

 

Vol. 9 per la rubrica “Sette film in sette giorni”, in una settimana che parte con “Kill Bill – Vol. 2” (Italia 1, lunedì 19 marzo – 23,00) di Quentin Tarantino. Continua la caccia della Sposa (Uma Thurman) agli ex-compagni d’omicidio, ma la ricerca del sexy segugio sanguinario si complica quando scopre che la figlia, creduta morta, è in realtà ancora viva. Secondo tempo di Kill Bill - Vol. 1, o secondo film? L’autore realizzò un’unica pellicola, poi divisa in due parti: ma lo stacco stilistico si avverte. Il primo capitolo era fortemente fascinato dall’Oriente, dai film di kung-fu e dai Yakuza movie, il secondo omaggia Leone, Fulci, gli spaghetti-western; il primo era l’apoteosi della violenza, il secondo quella del dolore. È già leggenda la scena della Thurman sepolta viva.

A proposito di Oriente, in un martedì cine-televisivo piuttosto ricco, vale la pena indicare un titolo poco conosciuto in Italia, ma di buonissimo livello, come quasi ogni opera di Kim Ki Duk: “La samaritana” (Iris, martedì 20 marzo - 22,40), storia di due ragazze adolescenti che organizzano un giro di prostituzione su internet. Una delle due ci resta secca, per sfuggire alla polizia; l’altra si pente, mentre il padre poliziotto indaga, con shock crescente. Orso d’Argento a Berlino 2004, è un film dal tasso emotivo notevole, nonostante l’empatia possa, per qualcuno, essere più difficile, quando gli occhi dei protagonisti sono a mandorla. Ma questa è anche la settimana dell’Asian Film Festival di Reggio Emilia: un’occasione per riscoprire il cinema dell’Est.

Era inevitabile che fosse trasmesso in notturna: “Irina Palm. Il talento di una donna inglese” (Rai Movie, mercoledì 21 marzo – 1,10). Il talento, per intenderci, è da bollino rosso: un intrattenimento molto... alla mano, in un sex club, dove nonna Irina, per fronteggiare le difficoltà economiche della famiglia, alle prese con le costose cure del nipotino, si presterà, con olio di gomito, in anonime azioni manuali. Garbata regia “da manuale” di Sam Garbarski, con ironia sottilissima ed il talento – recitativo – di Marianne Faithfull.

A proposito di talenti manuali: giovedì è la volta di “Nick mano fredda” (Rete 4, giovedì 22 marzo – 16,30), film di Stuart Rosenberg con un gigantesco Paul Newman nei panni di un detenuto che si ribella in un campo dai lavori molto forzati. Fotografia dai toni brillanti di Conrad Hall ed interpretazione magistrale da attore non protagonista di George Kennedy, che vinse l’Oscar. Non si può restar freddi di fronte ad uno dei migliori prison movie della storia.

Un passo in più, e siamo ad una delle punte di diamante della produzione di Paolo Sorrentino: “L’uomo in più” (Iris, venerdì 23 marzo – 15,15), in cui Tony Pisapia punta non è, ma stopper, prima, allenatore dilettante ma geniale, dopo (un infortunio che ne stronca la carriera). Il suo omonimo è un crooner da balera, donnaiuolo di successo e chef finissimo (dilettante, anch'egli) alle prese con manager e pusher. Nel 1984 le fortune di entrambi declinano, di brutto. Sorrentino fa un cinema analogico, fitto di richiami interni, virtuoso ma non seccante, drammatico ma non mélo. Toni Servillo, splendida maschera scugnizza di mezza età, ci mette il resto.

Per un sabato da leoni, sul digitale terrestre vale la pena godersi un film definito “generazionale”, anche se la generazione non è la nostra: “Un mercoledì da leoni” (Iris, sabato 24 marzo – 21,20), una ballata surfistica fin quando non compare il fantasma, di carne maciullata, del Vietnam. Jack, Matt e Leroy abbandonano la vita da spiaggia. In mezzo l’ellissi della guerra. Poi, nella primavera del ’74, si ritrovano: gli anni sono passati, ma forse c’è il tempo per l’ultima, grande onda. Il Vietnam come point break di un’età si sviluppa con splendida crudezza, con alti e bassi interni, proprio come un cavallone.

Dopo il sabato\mercoledì da leoni, scatta la domenica da demòni: “L’esorcista” (7 Gold, domenica 25 marzo – 23,15) di William Friedkin non è nella versione integrale, ma in quella del 1973, che fu campione d’incassi, guadagnò 2 Oscar a fronte di 8 nomination ed un buon pedigree di svenimenti e malori al cinema. Un horror dal crescendo di una detective story soprannaturale, con l’incalzante colonna sonora dal tema di “Tubular Bells” di Mike Oldfield. L’unico film di paura della storia che farà paura per sempre, per la sua radice antropologico-religiosa.

Antonio Maiorino

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