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28/10/2014
Il melograno, un frutto dal linguaggio universale.
Il Melograno è l'omonimo frutto di un arbusto tipico del bacino del Mediterraneo, anche conosciuto come melegrana o balausta. Dal gusto acidulo-dolciastro lo troviamo nel periodo autunnale. In realtà il nome comune della sua pianta è Punica granatum, la cui coltura è antichissima, seppure le specie note sono davvero poche, considerando le varietà da frutto e da fiore.
Il melograno fiorisce nei mesi di maggio-giugno ed è abbastanza resistente sia al freddo che alla siccità e, cosa non da poco, si adatta a qualsiasi tipo di terreno.
I fiori sono molto belli, del tipo carnoso, appariscenti ed intensamente colorati di rosso, come i semi, da cui deriva appunto il colore granata. Altrettanto conosciuto è il color giallo che si ottiene dalla scorza, peraltro utilizzato nella colorazione degli arazzi arabi.
Il nome "melograno" deriva dall’unione dei nomi latini “malum e granatum”, ossia mela con semi e, in virtù della numerosità di tali semi, nell’antichità era conosciuto da moltissimi popoli come simbolo di fertilità. Analogamente, erano molto conosciute le proprietà benefiche derivanti dal suo costante consumo, atteso che contiene vitamine, polifenoli antiossidanti, sali minerali ed oligoelementi.
Può essere considerato un frutto “ecumenico”, ossia capace di legare culture e religioni molto diverse tra loro. Nell’ebraismo i suoi semi furono paragonati alle prescrizioni scritte nella Torah e quindi ritenuti come tante perle di onestà e correttezza; invece per i greci ortodossi è da sempre il frutto del buon augurio e della fortuna, tanto che quando si cambia casa, viene riposto sull’iconostasi, cioè sull’altare domestico; inoltre nella cultura religiosa cristiana, è rappresentato in numerosi dipinti e nel Cantico dei Cantici della Sacra Bibbia simboleggia l’albero dell’amore e della prosperità, così come nel Corano islamico è tra le “buone cose” create da Dio.
Letizia Passantino