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02/02/2015
L’orologio, un dispositivo al passo col tempo.
Fin dai tempi più remoti, l’uomo ha cercato di misurare il tempo, l’inesorabile scorrere della vita, legata a cambiamenti funzionali nell’organismo e ambientali, quali l’alternanza luce-buio o le variazioni temperatura-umidità. Per reperire le prime informazioni in merito alla misurazione del tempo, dobbiamo fare un salto indietro, al 1500 a.C., epoca in cui gli Egizi adoperavano rudimentali meccanismi ad acqua, molto simili a clessidre.
E' nel 263 a.C. invece, che si fa risalire a Roma il primo, cosiddetto “orologio solare”. Nel XIII secolo comparvero i primi orologi provvisti di congegni meccanici, racchiusi in un telaio di ferro privo della cassa, conosciuti con il nome di “svegliarini monastici”, perche' utilizzati nei conventi. Erano dotati di un quadrante girevole con dei fori, corrispondenti a ogni mezz’ora, nei quali entrava un perno che faceva scattare il meccanismo della suoneria.
Nel XIV secolo vennero costruiti i primi orologi pubblici che, inizialmente, non avevano un disco orario visibile e sfruttavano i rintocchi di una campana sita sulla sommità della torre per "informare" i cittadini del trascorrere delle ore. L'inserimento del quadrante sulle facciate, che spesso raffigurava anche simboli di pianeti, fasi della luna o anche dello zodiaco, avvenne solo in epoca più avanzata.
Gli orologiai si sbizzarrirono nella creazione degli automi, con cortei di Re Magi, di guerrieri, di suonatori, di animali e quant’altro, tutti gestiti da meccanismi che provvedevano a battere le ore sulla campana. Tra i tanti capolavori prodotti, merita certamente una menzione quello della torre di San Marco, a Venezia, del XV secolo.
Gli orologi più piccoli,simili a quelli da tasca, sono di origine francese e risalgono alla prima metà dello stesso secolo. Dapprima erano racchiusi solo in una cassa provvista di una cornice di metallo cesellato, successivamente furono completati con un coperchio, al fine di preservare il quadrante. I materiali più utilizzati furono il cristallo di rocca, il rame e l’argento, mentre l’ornamentazione si rifaceva anche a scene mitologiche, allegorie, fogliami, paesaggi vari.
Il passo decisivo verso l’evoluzione meccanica dell’orologio si ebbe con la scoperta dell’isocronismo delle oscillazioni del pendolo mentre l’orologio a ripetizione fu inventato nel 1676. Fu infine nel XX secolo che l’orologio divenne un oggetto di uso comune, passando dalla costruzione artigianale a quella più diffusa industriale. Al giorno d'oggi, grazie al progresso tecnologico e scientifico ne esistono diverse tipologie tra le quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, citiamo quelli elettrici, al quarzo, a diapason e atomici o molecolari.
Letizia Passantino