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Sette film in sette giorni- guida alla settimana cinematografica in tv Dal 16 al 22 aprile-

16/04/2012

Sette film in sette giorni- guida alla settimana cinematografica in tv Dal 16 al 22 aprile-

Al cinema è appena uscito “Diaz” di Daniele Vicari, e pare che stia conoscendo più di una vetrina mediatica. L'evento clou della settimana entrante è invece l’apertura del Far East Film Festival di Udine, la più importante rassegna italiana di cinema asiatico. È allora troppo forte la tentazione di citare il passaggio televisivo di “Sangue facile” (Rai Movie, lunedì 16 aprile – 00,55) di Zhang Yimou, se non altro perché allorché uscì nel 2009 il film ebbe diffusione nulla nel circuito italiano. Peccato. La storia, tratta da “Blood Simple” dei fratelli Coen, è quella di una moglie vessata che convince il timido amante ad uccidere il marito. Complotto scoperto: e cacciatori e cacciati si scambiano i ruoli... Anche nel lontano Oriente il caos ed il senso del paradosso dei Coen trovano terreno fertile.

Dello stesso regista, il giorno dopo Rai 4 propone “La città proibita” in prima serata, ma preferiamo annotare sul carnet “Febbre a 90°” (Rai Movie, martedì 17 aprile – 19,50) di David Evans, se non altro perché la volata finale del campionato di calcio italiano e l’avvicinarsi degli Europei creano una situazione psicologica in qualche modo affine a quella del personaggio principale. Paul, infatti, è un tifoso patologico dell’Arsenal, team londinese di cui si ricostruisce il rocambolesco scudetto dell’88-89. Sullo sfondo, una storia d’amore: e non viceversa. Film sulle ossessioni più che sul calcio, è un prodotto piuttosto originale che vale la pena riscoprire per la presenza di un giovane protagonista di sfondamento: Colin Firth.

Possibilmente da evitare il bislacco “The Code” di Mimi Leder, nonostante la presenza di due star come Antonio Banderas e Morgan Freeman, tanto più se in contemporanea sul digitale terrestre ci si può volgere a “Complicità e sospetti” (Iris, mercoledì 18 aprile – 21,10) di “Mr. 9 Oscar” Anthony Minghella (Il paziente inglese). Will (Jude Law) e Sandy (Martin Freeman), architetti amici, trasferiscono lo studio nella zona di King’s Cross a Londra. I ripetuti furti ad opera di una coppia di ladruncoli diventeranno il pretesto per un viaggio nella realtà multietnica della città. Nella descrizione della complessità delle relazioni sociali, Minghella si barcamena spesso tra la propria inconcludenza creativa ed un’apprezzabile ambiguità di fondo, che impreziosisce il sostrato psicologico del film.

Se amate le spettacolarizzazioni, su Rai 2 di giovedì trasmettono in prima serata “Prince of Persia. Le sabbie del tempo” di Mike Newell, una montagna – o una duna – di effetti speciali al servizio di protagonisti giovani e belli (Jake Gyllenhaal e Gemma Arterton). Se invece preferite, semplicemente, il buon cinema, “Il grande uno rosso” (7 Gold, giovedì 19 aprile – 21,10) di Samuel Fuller è in grado di condurre lo spettatore tra le linee della seconda guerra mondiale, che il regista visse da soldato in prima persona. Il vecchio sergente Lee Marvin scorta quattro fanti della divisione “Big Red One” tra un fronte e l’altro. Tra i pochi film di guerra a mostrare le bizzarrie e gli aspetti tremebondi del conflitto, sia pure con qualche scanzonatura che non guasta.

Se il mercoledì, in genere, è da leoni, il venerdì è da leggenda: con “Il mistero del falco” (Rai movie, venerdì 20 aprile – 11,50) di John Huston, l’attore Humphrey Bogart, fino ad allora semplice caratterista, si trovò catapultato in un percorso cinematografico con destinazione il mito hollywoodiano. Una giovane ed avvenente donna (Mary Astor) chiede aiuto all’investigatore privato Sam Spade per un’indagine che vedrà il detective coinvolto in una sfida tra avventurieri per il possesso di un’antica “preda” di valore inestimabile. Noir capitale, tratto dal romanzo hard boiled di Dashiell Hammett.

Per chi avesse apprezzato al Festival di Venezia prima, nelle sale cinematografiche poi, in dvd, infine, l’ultima fatica di Emanuele Crialese, “Terraferma”, sabato ad ora di pranzo c’è la possibilità di rivedere un’opera precedente e non meno valida: “Respiro” (Iris, sabato 21 aprile – 13,40), che aveva ben figurato a Cannes alla Semaine de la critique. Lampedusa: Boccanera è un tredicenne avvezzo alla fionda e dedito a scorribande da adolescente. Il padre Pietro vuole chiudere la “stravagante” consorte in un ospedale psichiatrico a Milano, Boccanera la nasconde in una grotta. Per fortuna, quanto della retorica di Tornatore sussiste di residuo nell’opera seconda di Crialese, è corretto dalla sana e suggestiva essenzialità dell’Antonioni de “L’avventura”.

Chiudiamo la settimana cine-televisiva con “Stanno tutti bene” (Iris, domenica 22 aprile – 23,58), per sgombrare il campo da ogni equivoco sul recente remake: quest’ultimo, ad opera di Kirk Jones, non è per niente all’altezza dell’originale. Se De Niro non è Mastroianni, ma nemmeno è l’ultimo arrivato, Jones certamente non vale Tornatore, che nel film del 1990 faceva vedere sprazzi di talento. Anziano vedovo fa visita ai figli sparsi per l’Italia: Napoli, Roma, Firenze, Milano e Torino, con deviazione galante a Rimini. È un tour della bugia e dell’illusione. Più che malriuscito, è un film indovinatamente bipolare: negli occhi del genitore, i figli sono ancora innocenti, accudibili, mentre per questi ultimi il padre va tutelato da verità amare.

Antonio Maiorino

 

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