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24/04/2016
Roma - Napoli, Spalletti: Gli azzurri sono forti, dobbiamo essere compatti.
Luciano Spalletti ha incontrato i media alla vigilia della sfida contro il Napoli. Ecco la versione integrale della conferenza stampa del tecnico giallorosso.
“Ho parlato con il dottore poco fa e la cosa che ci interessava particolarmente era la condizione fisica di Rudiger, a causa del risentimento muscolare che aveva avuto. Sembra sia tutto ok e oggi dovrebbe fare l’allenamento insieme al gruppo e per questo è rientrato il nostro timore di ieri. Vainqueur, che aveva subito una contusione alla coscia, sta bene. Ieri gli ho chiesto se volesse uscire dall’allenamento ma mi ha detto che stava bene. Attendiamo allenamento di oggi, comunque, per valutare il tutto”.
Il Napoli gioca sempre con gli stessi undici titolari: questo è un punto di forza o un limite?
“Diventa difficile poterlo valutare e si è visto che hanno anche altri calciatori forti che non sono solitamente schierati negli undici iniziali. Dobbiamo andar dietro l’evidenza: se ha fatto questo campionato con questi numeri e ha sviluppato questo gioco, vuol dire che ha ragione Sarri. Il Napoli è la squadra da portare in evidenza come calcio giocato in stagione, per numeri, atteggiamento e continuità. Sono stati i più forti dopo la Juventus ed è giusto che siano in quella posizione”.
Domani, forse per la prima volta dal suo ritorno, c’è una squadra che gioca abitualmente a viso aperto: questo potrebbe influire sulle sue scelte di formazione?
“Qualche volta la formazione l’ho anche cambiata. Noi sceglieremo di mettere in campo la squadra che ci darà garanzie maggiori. Loro sono forti, giocano a viso aperto e cercano comunque di essere equilibrati. Si ricompattano per essere di aiuto alla fase difensiva e ti mettono quatto calciatori che sforano dietro la tua linea difensiva, quando la alzi. Dobbiamo essere continui e compatti come sono loro: questa è la loro forza”.
Roma-Napoli potrebbe essere la penultima partita all’Olimpico per Totti?
“You have to do this question to Pallotta. You speak English better than me.... Io ci sono entrato troppe volte in questa situazione. Non voglio trattare questi argomenti come in precedenza. Non vorrei apparire scortese, ma a noi ora interessa l’obiettivo della prossima partita. Siamo tutti in discussione fino alla fine per l’obiettivo che vogliamo raggiungere. Andiamo dritti avanti per quella strada”.
Hai detto che la questione appartiene al Presidente, ma non ti senti di dover dire la tua dal punto di vista tecnico su Totti?
“Prima di tutto io sono costretto a subire una rivalità che non esiste, per aver usato e messo in pratica dei principi che sono obbligatori per il mio ruolo. Questo è un discorso che dobbiamo poi affrontare a fine campionato e riguarda tutti. Io ho sempre detto una cosa e rimango di questa idea: io sono contento, sono molto felice se Francesco il prossimo anno rifarà la cosa che ama fare e per la quale è contento. Sarò al suo fianco nella ricerca del suo ruolo del prossimo anno. Mi sembra di essere monotono: è una questione che riguarda il Presidente con Francesco. Tutti noi dipendiamo dai risultati che portiamo a casa quest’anno. Abbiamo davanti questa straordinaria possibilità di risultato in queste quattro partite e le attenzioni devono essere rivolte tutte a questo obiettivo”.
Se la Roma avesse Higuain ora dove potrebbe essere?
“Torno a far uso dei principi che appartengono al mio ruolo. Devo pensare ai miei calciatori che mi hanno dato una grandissima possibilità alla quale nessuno credeva quando sono arrivato a gennaio: arrivare a giocare Roma-Napoli come partita decisiva per la qualificazione alla Champions, obiettivo fondamentale per la nostra Società e per i nostri tifosi. E devo dare merito a questa squadra di averci creduto sin da subito, dal primo momento in cui sono arrivato. Questa loro bravura non è mai stata sottolineata abbastanza. Quando sono arrivato nessuno avrebbe mai pensato di potersi giocare il match di domani ad armi pari. Questi ragazzi hanno fatto risultati straordinari e spesso non lo abbiamo sottolineato. Hanno pedalato subito forte, si sono messi a disposizione e l’ho capito da come mi hanno guardato il primo giorno. Se non avessi creduto in questa squadra non sarei mai venuto qui ma loro me lo hanno fatto vedere di volta in volta che sono forti. E quando dico “loro” includo anche Dzeko. È un buon calciatore, è un gran calciatore, un calciatore da Roma. Forse non l’ho sostenuto abbastanza ma un campione così non ha gran bisogno di sostegno. Come ho detto si tratta sempre di Dzeko. In allenamento ha fatto il suo dovere e magari se lo avessi fatto giocare di più avrebbe avuto numeri diversi, perché i giocatori li devi fare anche giocare. Higuain è un calciatore straordinario, ma io sono contento dell’apporto che ha dato Dzeko alla squadra per essere qui a giocarsi questa partita per l’obiettivo fondamentale per la squadra e per la società”.
Lei ha detto che la Roma non ha molto carattere e forse un giocatore di carattere avrebbe fermato Manolas prima di calciare quella punizione domenica. Come si risolve questa cosa?
“Manolas sa battere le punizioni, anche se c’è chi la batte meglio. Ripensandoci io non l’ho posta dicendo che la mia squadra ha poco carattere. Ho detto che ho preferito optare per la scelta della qualità in questa squadra, lavorando sull’autostima e sulla testa, perché i ragazzi dovevano ritrovare le loro qualità. Solo attraverso la tecnica e il gioco vedevo lo sbocco per questa squadra, quindi ho percorso questa strada perché mi sembrava l’unica via per tirar fuori le qualità dei nostri. Si è visto che quando deve venir fuori la furbata, l’episodio, la bravura nella singola situazione non si riesce a portar a casa tanto. A noi serve il gruppo, la squadra, la qualità, il gioco: non abbiamo mai fatto risultato per la furbata, ma solo con la qualità della squadra o del singolo. Percorrerò dunque questa strada ancora. Ma la mia squadra comunque il carattere ce l’ha”.
La squadra ha recuperato tante partite quindi non c’è un problema fisico, forse però è meno brillante rispetto al suo inizio?
“Abbiamo espresso qualcosa in meno rispetto al primo periodo di risultati. Sempre dipeso dalle giocate, però, e della qualità. Sotto il punto di vista della forma non mi pare ci sia stato un calo. Ormai ci sono i satellitari e abbiamo la possibilità di seguire quanti metri fa la squadra: vedendo i dati si capisce che ha sempre avuto lo stesso rendimento, Sono sempre presenti dal punto di vista dei numeri sulla condizione fisica. Dipende però come si corre, abbiamo corso meno bene in altre occasioni e la cosa magari si nota.
I problemi difensivi sono a livello di individualità o di reparto?
“Bisogna sempre vedere le scelte chi si fanno. Noi negli esterni bassi abbiamo giocatori che hanno la propensione ad attaccare e a rendere l’atteggiamento di gruppo molto offensivo. Magari dipende da questo. Non ho mai utilizzato mediani di contenimento, preferendo ragazzi che spingono di più. Le scelte che faccio influenzano la squadra”.
Lei ha detto che questa squadra ha bisogno di entusiasmo per giocare bene. Totti ha portato entusiasmo quando è entrato e ieri si è allenato anche con lei. Tutto questo può farle pensare di giocare dal primo minuto?
“Anzitutto ho apprezzato moltissimo il suo messaggio di ieri: è un messaggio da Capitano di squadra vero. Ieri ha svolto allenamento da solo perché come in altre situazioni io posso concedere di spostare un allenamento in base a esigenze solo familiari e posso entrare in contatto diretto coni calciatori quando sono in campo. Ieri è venuto prima di tutti, come già successo con altro calciatore in passato, e ha fatto tutto quello che doveva fare con attenzione e disponibilità. Lui è una risorsa per noi, come ho già detto. Noi vogliamo vederlo così. La formazione la dico domani, perché è una partita molto importante”.
Quando si parla di rivalità tra Totti e Spalletti sembra che la piazza propenda più dall’altra parte. Per lei è indifferente?
“Vorrei vedere, è giusto così. Con i numeri che accompagnano un campione come lui è normale. Per quanto mi riguarda io potrò a volte essere sembrato troppo rigido, brusco e duro. Ma l’ho sempre fatto in funzione di quelli che sono i principi che devo attuare per la posizione che ho. Chi è affezionato a una causa può perdere di vista quella che è la gestione di una squadra. Io ho bisogno di tutti, dentro il gruppo. E includo anche Totti. Nell’ultima e nella penultima partita e in quelle che è entrato ci ha dato una mano importante con la sua qualità. Ma io devo far crescere l’autostima degli altri calciatori, devo far sentire importanti tutti gli altri ai fini del risultato. Si parla di Ranieri in questo periodo: beh, il Leicester è una squadra altrimenti non avrebbe fatto tutti quei risultati. La Juventus anche è una squadra forte, ci sono grandi individualità ma è una squadra forte. Io non ho rivalità con nessuno, voglio solo far sentire la mia squadra forte. Io non sono qui per una rivalità ma sono arrivato per fare risultati”.
Fonte: asroma.com (sito ufficiale)