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Napoli: San Gennaro ed i suoi miracoli

07/05/2012

Napoli: San Gennaro ed i suoi miracoli

San Gennaro e la sua festa sono altamente rappresentativi della città di Napoli, ma non solo perché stiamo parlando del Santo patrono della città: già fino al 1600, infatti, c’erano ben altri quattro patroni ( Aspreno, Eusebio, Severo e Agnello) e, da allora ad oggi, siamo arrivati addirittura a cinquanta. Bisogna pensare che San Gennaro viene considerato dal popolo (ma non solo) Colui che vigila da secoli sulle nostra città e sulle nostre persone, rinnovando questa promessa ogni anno - anzi, due volte l’anno - attraverso questo incredibile prodigio: ‘o Miracolo, che unisce trasversalmente, in questa incredibile città, tutte le classi sociali.

Non è solo il Popolo, ad inneggiare al Santo protettore ed a sperare nella liquefazione del sangue, buon auspicio per il periodo a venire ; non c’è solo il Clero, ma compaiono - e con ruolo primario - finanche la nobiltà e i governanti della città stessa. Sono nobili, infatti, ben dieci dei dodici membri della “Deputazione della Real Cappella del Tesoro Di San Gennaro”, in rappresentanza dei cinque “Sedili dei nobili” (antiche circoscrizioni territoriali con funzioni amministrative) mentre il sesto appartiene al Popolo, come decretato da oberto d’Angiò nel 1338.

Da oltre quattrocento anni i membri della Deputazione, scelti sempre con lo stesso procedimento, vegliano ed amministrano il tesoro e la Cappella, con l’ulteriore compito di custodire le preziosissime ampolle contenenti il sangue del Santo. Presidente pro tempore della Deputazione, è il Sindaco di Napoli, che - in questa duplice veste - presenzia anche lui alle celebrazioni legate al Miracolo, al fianco di tutti gli altri membri della deputazione, nonché del Presidente della Regione Campania e di tutte le autorità cittadine. Tutti insieme, pregano il Santo affinché conceda la grazia: il Vescovo ed i sacerdoti, sull’altare; la Deputazione, i nobili ed i notabili, subito sotto; lungo la navata della chiesa, il popolo, ora come cinquecento anni fa.

Nel lontano 1631, il primo prodigio, allorquando - per scongiurare il pericolo rappresentato per la città di Napoli dall’eruzione del Vesuvio - le sacre reliquie vennero portate in processione fuori delle mura, alla altezza di porta Capuana: da qui, infatti, iradatesi le case, i fedeli poterono constatare, sulle falde del Vulcano, il miracoloso deviare della lava verso il mare, risparmiando la città. Il Santo intervenne nuovamente contro la peste del 1656 e ancora tante altre volte, fino al “tradimento” del 1799, allorquando si verificò normalmente la liquefazione del sangue pur al cospetto dei francesi, che avevano contribuito a soffocare, sul nascere, la causa della Repubblica Partenopea. Anche dopo l’Unità d’Italia, San Gennaro - tornato ad essere Patrono della città - rifiutò il miracolo quando Vittorio Emanuele II, re d’Italia, entrò in città insieme a Garibaldi; alla fine della seconda guerra mondiale, invece, il sangue tardò a sciogliersi a causa della presenza, in città, delle truppe anglo-americane, di fede protestante.

Il miracolo si verifica puntualmente(o, almeno, si spera !) in due date legate, comunque, alla vita del Santo (della quale, in realtà, si sa poco o nulla): la vigilia della prima domenica di maggio (cioè, il sabato immediatamente precedente), e il 19 settembre, festa di San Gennaro in quanto presumibile data del suo martirio. Tante le leggende legate alla vita, ed alla morte, del Santo, in gran parte documentate dalle innumerevoli opere d’arte che lo rappresentano: ma questa è un’altra storia, che richiederà ulteriore approfondimento.

Fonte: Napoleggiamo.it (www.napoleggiamo.it)

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