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14/05/2012
PARLIAMO DI COMUNICAZIONE....
Comunicazione verbale, paraverbale e e non verbale
Resta oggi, universalmente accettato, l’assioma: “Non si può non comunicare”, in quanto non esiste la “non comunicazione”: qualsiasi azione, il parlare o il restare in silenzio, infatti, rappresentano una forma di comunicazione. Ciò significa che tutti gli esseri viventi comunicano, hanno cioè bisogno di trasmettere consapevolmente o meno, informazioni utili alla loro sopravvivenza, anche se la parola, così come comunemente intesa, appartiene esclusivamente agli esseri umani. La comunicazione verbale, tuttavia, non è di per sé sufficiente a realizzare pienamente la relazione fra individui; il suo completamento, si realizza, infatti, nella comunicazione paraverbale e non verbale, che, con la sua larga offerta di segnali, rappresenta la modalità più efficace per esprimere emozioni e sentimenti, dato che l’estrinsecarsi delle emozioni, richiede un’immediatezza espressiva, che non è quasi mai realizzabile attraverso il solo canale verbale.
Le modalità di espressione della comunicazione paraverbale sono determinate dal tono della voce,, dalle pause, dai silenzi, dal ritmo stesso del discorso, dagli intercalari e dai sospiri, mentre le modalità della comunicazione non verbale sono definite dallo sguardo, dall’ espressione del volto, dai movimenti del corpo, dalla postura, dallo stile di contatto corporeo, dagli abiti e dall’aspetto esteriore complessivo.
La comunicazione si basa su informazioni condivise fra persone, ma in realtà, nell’atto del “voler” comunicare, le interazioni, fra una o più persone, si sostengono, si ostacolano o si interrompono, anche inconsapevolmente, proprio attraverso il paraverbale e il non verbale. Quindi, se la comunicazione verbale ha il compito di estrinsecare il contenuto del messaggio, il paraverbale e il non verbale, hanno il compito di trasmettere le tonalità affettive e il grado di comprensione della comunicazione stessa. Perciò il contenuto verbale di ogni messaggio, si accompagna sempre a quello emotivo-affettivo. Il fine primario della comunicazione fra persone è, in sostanza, quello della condivisione di contesti informativi, caratterizzati tanto dal contenuto, quanto dalla relazione, e che conducano, quindi alla corretta e reciproca comprensione dei messaggi intenzionali. Ma, se ciò che viene percepito di un discorso verbale è direttamente influenzato dal comportamento non verbale, cioè da gesti, espressioni e contatti, si comprenderà facilmente l’importanza da attribuire ai codici del linguaggio paraverbale e non verbale, che, da soli, secondo i più recenti studi nel campo, in particolare della PNL (programmazione neuro-linguistica), pare determinino il 70% dell’efficacia comunicativa. Alle parole, dunque, spetterebbe solo una piccola parte, nella relazione comunicativa, mentre il linguaggio paraverbale e non verbale rappresenterebbero il principale strumento e veicolo di ogni comunicazione condivisa: sarebbe quest’ultimo, in definitiva, il vero responsabile dei risultati attesi o disattesi in ogni scambio comunicazionale.
Ai fini di una comunicazione efficace, in conclusione, è auspicabile che ciascuno possa sviluppare le migliori capacità di ascolto ed empatia, rispetto all’interlocutore, affinando, nel contempo le proprie abilità comunicative, nel linguaggio verbale, non verbale e paraverbale.
Donata Porta