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Sette film in sette giorni - guida alla settimana cinematografica in tv Dal 14 al 20 maggio

14/05/2012

Sette film in sette giorni - guida alla settimana cinematografica in tv Dal 14 al 20 maggio

Col tracollo della Merkel in Germania e l’Italia a parlare di austerity, il palinsesto televisivo reincontra lo sguardo austero di Clint Eastwood – avete presente "Il texano dagli occhi di ghiaccio" (Rete 4, lunedì 14 maggio – 00,00)? – attraverso la macchina da presa di Sergio Leone, nel film "Per qualche dollaro in più", secondo capitolo della trilogia del dollaro. Alleanza e sfida tra due bounty killer (l’altro è il distinto, ma spietato Lee Van Cleef) per dare la caccia all’Indio (Gian Maria Volontè), evaso che progetta una rapina a El Paso. Il carillon di Van Cleef è un cult (forse vi ricorderà lo spot di una nota casa automobilistica). Comparsa ad hoc di un gibbuto ed isterico Klaus Kinski.

Il cinema di Leone ha influenzato in qualche modo l’action movie di Hong Kong: vedere, per credere, la lunga serata di Rai 4 col bel trittico "Vendicami" (21,10, di Johnnie To), "The longest nite" (23,10, di Patrick Lau), "A hero never dies" (00,40, ancora di To). Il cuore però va sul Tamigi, per "Un lupo mannaro americano a Londra" (Rai movie, martedì 15 maggio – 22,30) di John Landis, indescrivibile mix di humour e paura che valse a Rick Baker l’Oscar per il trucco. Due studenti americani finiscono nella brughiera inglese. Uno viene ucciso, l’altro ferito e trasformato in lupo mannaro. Peripezie: oniriche e metamorfiche. Il sorriso ha i canini appuntiti.

Tuffo in un passato che a molti sembrerà prossimo, con la storia di Hannibal Lecter, ispirato all'opera letteraria di Thomas Harris. Non parliamo, però, de "Il silenzio degli innocenti" di Jonathan Demme, bensì del suo predecessore degli anni ottanta, ossia "Manhunter – Frammenti di un omicidio" (Rai 4, mercoledì 16 maggio – 21,10) di Michael Mann. Il volto di Brian Cox è stato il primo, al cinema, a dare un’identità convincente al maniaco cannibale.

Sarà pure trasmesso ad un orario-capestro, ma "Nodo alla gola" (Rete 4, giovedì 17 maggio – 3,00) di Alfred Hitchcock è un film non solo godibile per la consueta, abilissima strategia della tensione del maestro della suspense, ma anche perché detiene il singolare primato di essere girato con un unico, lungo piano sequenza (i pochi e necessari stacchi del montaggio sono abilmente celati). Due giovani tentano un delitto perfetto. Un ospite (James Stewart) comincia a sospettare. Il film perfetto? Piuttosto un esercizio virtuoso: ma non fine a sè stesso. Il clima festaiolo nella casa che nasconde il cadavere è un invito all’apprensione da non declinare.

A proposito di delitti e peccati, scelta ruffiana ma azzeccata quella di trasmettere "Sin city" (Italia 1, venerdì 18 maggio – 23,05) di Robert Rodriguez in coincidenza con i rumours sul secondo capitolo. Fumettone noir messo in film dalla graphic novel omonima di Miller, si avvale di cast da blockbuster (Bruce Willis, Mickey Rourke, Jessica Alba, Clive Owen, Elijah Wood, Rosario Dawson, Benicio Del Toro) ed effettistica in bianco e nero darkissimo, secondo alcuni, glaciale e sterile: trovate, allora, un sentimento – non un sentimentalismo – in Spiderman... Rodriguez, il compare di Tarantino, sforna cult a gogò.

La settimana che segue l’uscita di "Dark shadows" di Tim Burton si avvia alla chiusura con un omaggio al regista: "Il mistero di Sleepy Hollow" (Mediaset Italia 2, sabato 19 maggio – 21,30), con l’immancabile Johnny Depp. Indagine gotica, a fine ‘700, su un cavaliere senza testa che semina il panico in un paesino. Un tempo si diceva: il giusto mix di ironia e paura. Oggi lamentano che Burton abbia perso la mano. L’ardua sentenza allo spettatore che volesse migrare da Sleepy Hollow alla Collinsport dell’ultimo film.

Domenica thrilling: finale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli, ma soprattutto "Shining" (Iris, domenica 20 maggio – 22,50) di Stanley Kubrick. Tratto dal romanzo di Stephen King, è la storia della progressiva follia di Jack Torrance (Nicholson), che per trovare la tranquillità necessaria alla redazione del proprio romanzo accetta il lavoro di custode d’inverno in un enorme albergo tra le montagne. Paranormal activities: il figlioletto, Danny, se ne accorge, con la propria luccicanza. L’orrore diventa un labirinto di segni ambigui, la macchina da presa pedina in ogni guisa possibile: dalla rivoluzionaria steadycam – memorabile la corsa in triciclo di Danny, con inquietante rendez-vous – alla carrellata aerea in apertura, che rende il senso dell’isolamento fisico prima che mentale.

Antonio Maiorino 

 

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