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Serata Ravel, il 19 giugno ultimo appuntamento della stagione di concerti del Teatro di San Carlo

16/06/2017

Serata Ravel, il 19 giugno ultimo appuntamento della stagione di concerti del Teatro di San Carlo

Si chiude lunedì 19 giugno alle ore 20.30 la Stagione di Concerti 2016/2017 del Teatro di San Carlo con un nuovo appuntamento nel segno di Maurice Ravel (1875-1937). Ad aprire la serata Chansons madécasses, tre melodie su testi di Évariste Désiré de Parny (1753-1814) per voce, flauto, pianoforte e violoncello con il mezzosoprano Marina Comparato (nella foto di copertina), accompagnata al flauto da Silvia Bellio e al pianoforte da Gianni Gambardella. A seguire Histoires naturelles (Storie naturali), cinque melodie su testo del 1906 di Jules Renard (1864-1910); infine Quartetto per archi in fa maggiore interpretato dal Quartetto d'Archi del Teatro di San Carlo, protagonitisti dunque al violino Cecilia Laca e Luigi Buonomo, la viola di Antonio Bossone e il violoncello di Patrizio Serino.

Marina Comparato debutta nel 1996 a Londra come Rosina ne Il Barbiere di Siviglia e al 59° Maggio Musicale Fiorentino nell'Elektra, diretta da Claudio Abbado. Particolarmente degna di nota la sua interpretazione di Cherubino, Le nozze di Figaro, ruolo per il quale è stata molto applaudita al San Carlo lo scorso settembre e che ha interpretato nei più grandi teatri italiani ed europei: De Wlaamse opera, La Fenice di Venezia, Teatro Comunale di Firenze, Opera di Lipsia, Carlo Felice di Genova. Il suo repertorio spazia dalla musica barocca (Monteverdi, Händel, Pergolesi, Vivaldi) ai principali ruoli mozartiani per mezzosoprano (Cherubino, Dorabella, Despina, Zerlina, Sesto, Cecilio, Giacinta) ai ruoli del bel canto italiano (Rossini, Bellini, Donizetti e il primo Verdi) ai ruoli romantici (Gounod, Massenet, Berlioz, Weber) e alla musica del '900 (Ravel, Poulenc, Berg, De Falla).

Il Quartetto d’archi del Teatro di San Carlo, formato dalle prime parti, Cecilia Laca, Luigi Buonomo, Antonio Bossone e per questa occasione con Patrizio Serino al violoncello (in sostituzione di Luca Signorini), ha eseguito per il Teatro di San Carlo e per il Festival di Ravello opere di Mozart, Schubert, Ravel, Šostakovič ed ha collaborato con Bill T. Jones, tra i più importanti coreografi contemporanei. Si è inoltre esibito al Festival di primavera di Budapest e, precedentemente, a Hong Kong per l’Arts Festival 2013, al Museo di Capodimonte a Napoli in un Concerto Straordinario in Onore del Presidente dello Stato di Palestina Abu Mazen, ed è regolarmente invitato a tenere concerti in tutta Italia, Europa e Sud America (ad esempio Parigi, Amburgo Sao Paolo in Brasile).

Ad aprire il programma Chansons madécasses, scritte su commissione della mecenate statunitense Elisabeth Sprague Coolidge e composte sui versi tratti dal volume Chansons madécasses, traduites en francais, suivies de poésies fugitives di Évariste Désiré de Parny. A colpire la sensibilità di Ravel furono i sentimenti di anticolonialismo suscitati dalla lettura di questi testi e la loro adesione alla concezione di Rousseau del "buon selvaggio". Le Chansons madécasses si presentano in tre episodi in cui la voce solista canta in un libero recitativo, anche se è comunque presente il preciso collimare della voce stessa con i ritmi dell'accompagnamento.

A seguire Histoires naturelles, una raccolta composta da Maurice Ravel nel 1906 su testi di Jules Renard. Il testo è una galleria di ritratti di animali, fauna domestica o selvatica della campagna francese. Ravel si compiaceva, musicando questo piccolo bestiario, di poter esprimere humour, tenerezza, scherno, espressi in una musica dall’aria famigliare che si univa, senza travisarne il senso, al tipico linguaggio di ogni animale, cogliendone, invece, l’essenza con sottile senso di caricatura. Ravel scelse per la sua opera solo cinque ritratti: Le Paon, Le Grillon, Le Cygne, Le Martin-pêcheur, La Pintade.

In chiusura il Quartetto per archi in fa maggiore, dedicato a Gabriel Faurè (1845-1924), che venne ultimato da Ravel nel 1903 dieci anni dopo il Quartetto op. 10 di Debussy. Ravel, nonostante la continuità ideale con l'opera di Debussy, scelse una via artistica personale, più solare e meno oscura delle nuits debussiane. Significativa rimane comunque l'attestazione di stima che Debussy fece al giovane Ravel in merito alla richiesta da parte di Fauré di modificare il finale del Quartetto: “Nel nome degli dei della musica e nel mio nome, non toccate una sola nota di quelle che avete scrìtto nel vostro Quartetto”.

 

Fonte: Ufficio Stampa Teatro di San Carlo 

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