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SETTE FILM IN SETTE GIORNI

28/05/2012

SETTE FILM IN SETTE GIORNI

Guida alla settimana cinematografica in tv dal 28 maggio al 3 giugno

Nell’edizione di Cannes dominata dall’austriaco Michael Haneke con "Amour", l’Italia si è ritagliata il proprio posto al sole artificiale sotto i riflettori della Croisette, col Grand Prix della Giuria a "Reality" di Matteo Garrone: circostanza che c’invoglia a spulciare il palinsesto televisivo, ignorando però i reality, e volgendoci al buon cinema. Il titolo clou d’inizio settimana è tuttavia americano: "Pat Garrett e Billy the Kid" (Rete 4, lunedì 28 maggio – 00,55) di Sam Peckinpah, è una struggente elegia sul crepuscolo del Far West. I protagonisti sono stati a lungo compagni di scorrerie, ora Garrett è passato dall’altro lato della barricata ed è diventato sceriffo. Billy continua con le proprie scorrerie a danno dei coloni. Celeberrima la musica di Bob Dylan ("Knockin’ on Heaven’s Door"), la fine del West – ma non di un’amicizia – è un unico straziante ralenti.

Quasi per una coincidenza beffarda, al martedì il west è vivo e vegeto sui canali tv: quello nostrano e, udite udite, di un maestro dell’horror come Lucio Fulci ("Sella d’argento", su Iris alle 13,25) e quello tipicamente americano, e più prezioso nonostante il titolo ("La stella di latta", con J. Wayne, su Rete 4 alle 16,40). Certo, il film più nobile della giornata è "2001 – Odissea nello spazio" (Iris, martedì 29 maggio – 21,00) di Stanley Kubrick, ma ci piace ricordare uno dei migliori horror degli anni duemila, "The Descent – Discesa nelle tenebre" alle 22,45 su Rai Movie. Il film di Neil Marshal racconta l’esplorazione di grotte sotterranee da parte di un gruppo di speleologhe. Creature maligne nell’ombra e ricordi dolorosi fanno capolino nell’incubo a bassa visibilità. Un film che bracca: suspense senza scampo ed una profondità drammatica, non solo visiva, che dà spessore ad un’opera godibilissima per gli amanti del genere. Non per i claustrofobici.

Non è un quiz, ma un film, ed anche pluripremiato agli Oscar: si tratta di "The millionaire" (Rai Movie, mercoledì 30 maggio – 21,00) di Danny Boyle. Un ragazzo di Mumbai partecipa alla versione locale di "Chi vuol esser milionario?" per trovare la ragazza che ama, appassionata dello show. La scalata al milione è fortunosa, grazie alla vita avventurosa che lo corazza di memoria ed esperienza. Cambi di ritmo tipici di Boyle per un film speziato, quasi Bollywoodiano, in cui s’incontrano, come per combinazione di aromi, diversi toni ed umori.

Ricordate l’uomo che si barricò, poche settimane fa, in una sede di Equitalia? Fa venire in mente "Un giorno di ordinaria follia" (Iris, giovedì 31 maggio – 23,15) di Joel Schumacher, in cui l’uomo medio che diventa folle è Michael Douglas, autentico vendicatore cinematografico di tutte le frustrazioni dell’uomo moderno: dal traffico, al divorzio, al lavoro. Duvall comprimario magnifico, Schumacher è, al solito, visionario con moderazione.

Venerdì non è 13, come nel titolo di un famoso film dell’orrore, ma è appunto al genere che appartiene la nostra segnalazione: "1408" (Rai 4, venerdì 1 giugno – 21,10), dell’anonimo Mikael Hafstrom, ma tratto dall’opera del Maestro Stephen King. Invero, resa anche molto bene, con ritmo e qualche zampata: forte, d’altronde, del buon cast (John Cusack e Samuel L. Jackson su tutti). Mike è specializzato nella pubblicazione di libri che smascherano eventi naturali. Si reca al Dolphin Hotel a New York per sbugiardare la maledizione della stanza 1408, ma la stanza sbugiarda lui.

Lasciamo libera la sera, al sabato: il film del giorno è nel primo pomeriggio, "Taverna Paradiso" (Rai Movie, sabato 2 giugno – 15,30), scritto, diretto e interpretato da un giovane Sylvester Stallone. A New York, nel dopoguerra, i fratelli Carboni aprono una palestra dove si svolgono incontri di lotta libera e dove si può scommettere. Film acerbo ed irrisolto, ma anche per questo è un autentico cult.

Con Garrone avevamo aperto, e con Garrone chiudiamo. "L’imbalsamatore" (Rai 5, domenica 3 giugno – 23,15) è il quarto lungometraggio del regista, seducente e disturbante. Peppino, nano cinquantenne invischiato con la camorra, fa il tassidermista nel casertano. Chiama a lavorare con sé il ventenne Valerio, ricoprendolo di attenzioni e regali per secondi fini. Se ne accorge Debora, cremonese licenziata da un’officina meccanica: l’equilibrio si rompe, la tragedia comincia. Era il 2002 allorché l’opera venne apprezzata a Cannes, alla "Quinzaine": dieci anni dopo, la Storia insegna che certi giovani registi crescono, eccome. Lynch? Fassbinder? Era già Garrone.

Antonio Maiorino

 

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