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Montevideo, 1930: l’Uruguay vince in casa la prima edizione dei mondiali di calcio

28/12/2017

Montevideo, 1930: l’Uruguay vince in casa la prima edizione dei mondiali di calcio

Il mondiale di calcio che si disputerà in terra di Russia nell’estate del 2018 sarà il ventunesimo della storia, ma anche il terzo di sempre al quale non parteciperà la nazionale italiana; l’ultima volta che gli azzurri erano rimasti fuori dalla competizione fu nel lontano 1958, quando la compagine tricolore fu eliminata dall’Irlanda del Nord al termine di una drammatica sfida a Belfast. In precedenza, l’unico mondiale senza gli azzurri era stato il primo in assoluto, quello disputato nel 1930 nel lontanissimo Uruguay, del quale vale la pena ripercorrere brevemente gli eventi. Prima che la Fifa decidesse di creare il campionato, la massima competizione calcistica era il torneo olimpico, l’unica manifestazione alla quale partecipassero nazionali provenienti dai vari continenti; a margine esistevano solo tornei autarchici come quello interbritannico, tra le nazionali del Regno Unito, o la coppa internazionale, a cui partecipava anche l’Italia. L’assegnazione dell’organizzazione della prima edizione all’Uruguay avvenne nel 1929, un anno dopo il congresso della Fifa che aveva istituito la competizione.

Quella uruguayana era considerata all’epoca la nazionale più forte al mondo ed aveva già conquistato l’oro olimpico nel ’24 e nel ’28. Per l’unica volta nella storia non furono disputate qualificazioni, ma tutte le nazionali affiliate alla Fifa furono invitate a partecipare: oltre all’Uruguay, otto nazioni americane raccolsero l’invito, mentre per le europee fu necessario un lungo lavoro diplomatico. L’Italia, che era tra le candidate
all’organizzazione, rifiutò l’invito cosi come tante altre nazionali.

Alla fine, in rappresentanza del vecchio continente, salparono verso l’Uruguay solo Belgio, Jugoslavia, Francia e Romania, portando il numero totale dei partecipanti a tredici e salvando il torneo. Fu deciso di formare quattro gironi all’italiana, le cui vincitrici avrebbero disputato direttamente le semifinali. Tutte le partite del torneo furono giocate, caso unico nella storia, nella capitale Montevideo e i gironi premiarono prevedibilmente l’Uruguay e la rivale designata Argentina, la Jugoslavia, che eliminò un anonimo Brasile, e i sorprendenti Stati Uniti, che vinsero il proprio gruppo battendo sonoramente Belgio e Paraguay.

Le semifinali ebbero un esito piuttosto scontato: con un doppio 6-1 Uruguay ed Argentina si sbarazzarono delle loro rivali per ritrovarsi in una finale che era la riedizione di quella olimpica di Amsterdam. La finale, disputata nel nuovissimo stadio “Centenario” di Montevideo visse di continui capovolgimenti di fronte, con l’Argentina in svantaggio nei primi minuti e poi avanti 2-1 alla fine della prima frazione. Nel secondo tempo, però, l’Uruguay riuscì a rovesciare la situazione infilando per ben tre volte la porta dell’albiceleste e fissando il risultato sul 4-2 finale.

Nel tripudio generale, la squadra di casa riuscì ad alzare al cielo la prima coppa del mondo di calcio della storia e a consegnare agli annali le immagini del mito Jorge Andrade, il centromediano che dettava le geometrie del gioco, del portiere Ballestreros e dell’attacco micidiale
formato da Dorado, Castro ed Iriarte, tutti a segno nella finale assieme a Cea. Per l’Uruguay il trionfo del 1930 fu probabilmente il punto più alto della storia calcistica, che avrebbe avuto un altro picco vent’anni dopo col successo brasiliano prima di plafonarsi fino ad oggi su posizioni di medio lignaggio. 

Francesco De Giorgi

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