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Francia 1938: l’Italia si ripete alla vigilia del secondo conflitto mondiale

27/01/2018

Francia 1938: l’Italia si ripete alla vigilia del secondo conflitto mondiale

Dopo i fasti del mondiale 1934 svoltosi in Italia, durante le olimpiadi di Berlino del ’36 la Fifa decise di assegnare la seguente edizione della massima competizione calcistica alla Francia. In un clima politico rovente, che presto sarebbe sfociato nel secondo conflitto mondiale, 35 nazionali si iscrissero alle qualificazioni per conquistare uno dei 14 posti disponibili su 16, dato che la Francia e l’Italia (organizzatore
e campione in carica), stavolta furono iscritte di diritto. Per la prima volta si vide al via delle qualificazioni l’Irlanda, che all’epoca selezionava indistintamente giocatori provenienti sia dalla Repubblica d’Irlanda che dall’Irlanda del nord, ma fu eliminata dalla Norvegia. Il Brasile si qualificò beneficiando del ritiro dell’Argentina, mentre prima il Messico e poi gli USA rinunciarono.

I ritiri delle nazionali iscritte alle qualificazioni furono una vera croce per gli organizzatori, ma favorirono la presenza alla fase finale di alcune nazionali che non si sarebbero più viste ad alto livello: le rinunce di El Salvador, Colombia, Costa Rica e Guyana olandese (oggi Suriname), consentirono ad esempio a Cuba di staccare il biglietto per Parigi, mentre il ritiro del Giappone mandò ai mondiali addirittura le Indie Orientali Olandesi, oggi Indonesia. Tra gli altri, non prese parte alle qualificazioni l’Uruguay, che si tirò fuori come l’Argentina per protesta nei confronti del mancato rispetto dell’alternanza tra Europa e Sudamerica nella scelta delle sedi. Il torneo prevedeva, così come nell’edizione precedente, la disputa solo di match ad eliminazione diretta partendo dagli ottavi di finale. La turbolenta situazione dell’Europa portò ad un forfait dell’ultimo
minuto, quello dell’Austria, che nel frattempo era stata annessa alla Germania. Il posto fu offerto all’Inghilterra, che rifiutò costringendo la Fifa a ridurre a quindici il numero delle squadre, con la Svezia, sfidante designata degli austriaci, ammessa direttamente ai quarti. Dagli ottavi vennero fuori alcuni risultati a sorpresa: la Germania fu infatti eliminata dalla Svizzera dopo la ripetizione del match prevista in caso di pareggio dopo i supplementari, e la Romania fu esclusa dalla sorprendente nazionale cubana al termine di un altro doppio confronto molto tirato.

Cecoslovacchia e Francia ebbero agevolmente la meglio rispettivamente su Paesi Bassi e Belgio. L’Italia dovette ricorrere ai supplementari per avere ragione di un’ostica Norvegia, così come il Brasile, che sconfisse la Polonia con un rocambolesco 6-5 caratterizzato dal poker di reti messo a segno dal polacco Willimowsky. I quarti videro il sogno cubano infrangersi contro la Svezia, che sommerse con 8 reti la squadra caraibica, con i padroni di casa della Francia eliminati dall’Italia e gli svizzeri buttati fuori dall’Ungheria. Il Brasile fu costretto a ripetere il match per avere ragione della Cecoslovacchia e probabilmente questo fu il fattore determinante per la sconfitta dei sudamericani in semifinale con l’Italia. Il tecnico carioca decise per l’occasione di tenere a riposo, tra gli altri, Leonidas, la stella della squadra che con 7 reti avrebbe vinto la classifica cannonieri del torneo.

Con dei giocatori non al massimo delle condizioni ed una formazione rimaneggiata, i brasiliani subirono il 2-1 dagli azzurri e la loro delusione fu solo in parte mitigata dal terzo posto conquistato nella finalina ai danni della Svezia. La finalissima andò in scena il 149 giugno allo Stade de Colombes, impianto della periferia di Parigi già sede delle gare olimpiche del 1924. L’Italia, guidata dalla stella Meazza, riuscì a sconfiggere per 4-2 la grande Ungheria grazie alle doppiette dell’ariete Silvio Piola, prolifico centravanti all’epoca in forza alla Lazio e di Biavati, ala destra di spessore internazionale ed inventore del cosiddetto “passo doppio”, col quale era solito dribblare gli avversari.

Assieme a Meazza, già protagonista quattro anni prima, quella nazionale poteva contare sul validissimo portiere Olivieri, sulla solida difesa di Foni, Rava e Monzeglio, sul centrocampista oriundo Andreolo e sull’ala sinistra Colaussi, tutti parte di una rosa in cui la scelta per il mister Pozzo era più che ampia. Lo scoppio della seconda guerra mondiale, che sarebbe avvenuto nel 1939, fermò il massimo torneo calcistico per 12 anni, facendo saltare le edizioni del 1942 (che vedeva già candidate come sedi la Germania ed il Brasile) e quella del 1946. Si sarebbe tornato a parlare di mondiali di calcio solo nel 1950, con l’edizione tenuta in Brasile.

Francesco De Giorgi 

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