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02/06/2012
Le meraviglie nascoste nel sottosuolo napoletano.
La città Neapolis erede di Partenope mostra le testimonianze della città greco-romana. Cunicoli e cisterne, adoperati nel corso dei secoli per ogni esigenza e che durante la seconda guerra mondiale divennero rifugi dai bombardamenti, sono lo specchio di una stratificazione culturale che ha costituito la civiltà che oggi possediamo.
Intorno al quarto secolo A. C., i Greci scavarono diversi ambienti sia per ricavarsi i blocchi di tufo necessari per costruire la città di Neapolis, sia per creare diversi sepolcri.
Nel cuore di Napoli, nel rione sanità, imprigionati nel sottosuolo sono presenti diversi ipogei funerari ellenistici, realizzati tra il quarto e il terzo secolo a. C. Furono commissionate dalle più importanti famiglie aristocratiche dell’ antica Grecia e rappresentano una importantissima testimonianza non solo della cultura ellenica presente nel nostro territorio; ma anche della particolare modalità di costruzione detta “al negativo” perchè la costruzione di tali imponenti monumenti funerari fu effettuata scavando direttamente dalle cave di tufo, nelle quali sono state scolpite anche figure umane.
Il tufo giallo napoletano è generato dall’attività vulcanica dei campi flegrei, ed è stato ampliamente utilizzato per la costruzione di alcuni edifici e monumenti; peculiare caratteristica di tale materiale da costruzione è la sua proprietà isolante che ha protetto dall’umidità e gli agenti atmosferici alcuni dei reperti archeologici più famosi al mondo e presenti sul territorio napoletano.
L’area in cui sono presenti gli apogei, in seguito a violente alluvioni, si è sempre più abbassata, oltre a ciò nel corso dei secoli, in particolar modo dopo il 1500, quando fu realizzato il borgo Vergini si costruirono edifici sul territorio preesistente e ciò ha
causato la scomparsa di tali monumenti.
Uno spettacolo da non perdere, in virtu' del fatto che il nostro territorio puo' vantare un patrimonio artistico di valore assoluto, che merita solo di essere valorizzato costantemente.
Fonte: Napoleggiamo (www.napoleggiamo.it)