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SETTE FILM IN SETTE GIORNI

04/06/2012

SETTE FILM IN SETTE GIORNI

Guida alla settimana cinematografica in tv dal 4 al 10 giugno

Si potrebbe andare tutti allo zoo comunale, ma si potrebbe anche restare a casa a guardare i film in tv ed avere a che fare, comunque, con un Leone: Sergio, per la precisione, il cui ciclo di opere al lunedì prosegue con "Giù la testa" (Rete 4, lunedì 4 giugno – 21,10). Miranda (Rod Steiger) è un lercio bandito messicano che si mette in combutta con Mallory (James Coburn), terrorista irlandese dinamitardo dal passato doloroso. Il primo vuole svaligiare una banca, il secondo fare la rivoluzione in Messico: combinazione alla nitroglicerina. Manierato quanto si vorrà, ma la chimica tra Steiger e Coburn, Messico ed Irlanda, presente animalesco e passato in flashback sfocato è esplosiva. Così come la violenza malinconica della colonna sonora di Morricone.

Siamo ancora ad inizio settimana, ma vale la pena vedere "Un tranquillo weekend di paura" (7 gold, martedì 5 giugno – 21,10), classico infernale di John Boorman. Quattro amici con la passione per la natura decidono di passare un weekend lontano dalla città. "Naturali" complicazioni. L’archetipo della letteratura americana riguardante il conflitto tra natura e cultura si amplifica in una sfida interminabile e sconvolgente. Da segnalare il duetto cult, all’inizio, tra banjo e chitarra. Voight e Reynolds su tutti.

Mercoledì all’insegna dei fratelli Coen, con "Non è un paese per vecchi" (Rai 4, mercoledì 6 giugno – 22,.50), tratto da un desolato romanzo di Cormac McCarthy. Uno sceriffo, un assassino ed un cacciatore imbattutosi per caso in una valigia con 2 milioni di dollari s’inseguono in un Texas intriso di polvere e sangue, opprimente, infinito. Linguaggio cinematografico feroce, e perfetto, per un messaggio feroce e nichilista. Javier Bardem killer glaciale ed ambiguo.

Perennemente bistrattato dalla critica – almeno rispetto alla produzione precedente – ma pur sempre di livello, l’ultimo film di Charlie Chaplin, "La contessa di Hong Kong" (Rete 4, giovedì 7 giugno – 16,30), è anche l’unico film a colori del regista. Odgen (Marlon Brando) è un diplomatico americano in procinto di essere nominato Ministro degli Esteri, mentre Natasha (Sophia Loren) è una contessa russa che sta scappando da Hong Kong per raggiungere gli Usa. Tiepide risate sul filo della scandalo e del sentimentalismo, ma più di una piacevole zampata slapstick.

Preziosa sorpresa quella in serbo sul digitale terrestre: "A single man" (Rai Movie, venerdì 8 giugno – 21,00) è il primo (ed al momento unico) film di Tom Ford, meglio noto per la produzione di occhiali. Giornata di un professore inglese gay appena colpito da un lutto: la perdita del compagno. Ogni istante è una folgorazione, ogni close up la scoperta di un dettaglio. Musiche di Shigeru Umebayashi (In the Mood for Love) che accentuano la solitudine e l’isolamento del protagonista: uno splendido Colin Firth, Coppa Volpi a Venezia 2009.

Sconsigliato a chi soffre di crisi d’identità, "Essere John Malkovich" (Rai Movie, sabato 9 giugno – 17,40) ha costituito l’esordio cinematografico di Spike Jonze, autore geniale di videoclip. Craig è un burattinaio fallito che trova lavoro in uno strano archivio: una porticina nascosta dietro lo schedario è, inspiegabilmente, un passaggio segreto per la testa di John Malkovich. Opera grottesca ed originale, accarezza i toni della commedia con una malinconia leggera, senza ricadere nei rischi di sterilità delle proprie particolarissime invenzioni. Il protagonista? Di riffa o di raffa, John Malkovich.

Weekend di paura: di nuovo? Stavolta si tratta de "La donna che visse due volte" (Rete 4, domenica 10 giugno – 16,30), il classico di Hitchcock pacificamente inseribile nella top five dei migliori film della storia del cinema. L’agente Ferguson (James Stewart), messo a riposo per non aver impedito la morte di un agente a causa delle vertigini, sorveglia, su richiesta, la moglie di un amico. Ma le vertigini lo paralizzano ancora, e non riuscirà ad impedire il volo della donna da un campanile. Non è la fine: è l’inizio, il film vive due volte. Morboso ed atmosferico, è il massimo connubio del regista britannico tra suspense e deriva onirica. Solito centralissimo contorno di classe: fotografia di Robert Burks e musica di Bernard Herrmann.

Antonio Maiorino

 

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