Il nuovo film di Tim Burton, nelle sale cinematografiche dall’11 maggio incuriosisce sin dall’inizio lo spettatore, lo appassiona nel seguito e lo stupisce alla fine. Siamo nel 1752, la famiglia Collins, con il piccolo Barnabas (Jonny Deep) si trasferiscono da Liverpool in America dove avviano la loro impresa ittica.

Gli affari vanno bene al punto che l’intera cittadina prende il loro nome, Collinsport. Il giovane Barnabas cresce facoltoso e sempre più affascinante, ma troppo playboy: una delle sue conquiste, una ragazza della servitù che si dedica alla stregoneria, Angelique Brouchard (Eva Green), delusa nel profondo per non essere riuscita a incantare il cuore del suo amato, uccide i genitori e l’unica donna di cui è innamorato veramente. Dopo averlo trasformato in vampiro, lo seppellisce vivo in una tomba. Per caso, dopo circa 200 anni, la bara è dissotterrata e Barnabas si ritrova nel 1972. Il tutto dà avvio ad una serie di considerazioni sui cambiamenti nel modo di parlare ardito ed aristocratico e nel modo di vestire alquanto eccentrico dell’eterno giovane.

Ritorna nella sua residenza ancora abitata dai discendenti della famiglia Collins. La casa e l’attività familiare sono in decadenza, così il vampiro decide di riportare in vita l’antico prestigio del suo nome; ma dovrà fare i conti con Angelique, che ha preso in mano le redini della città. Lo scontro sarà, di nuovo, a causa dell’amore di Barnabas per una giovane donna: Victoria, la babysitter che abita nel suo castello. Jonny Deep è ironico e carismatico nei suoi panni di vampiro, al punto da sembrare il personaggio di un cartone animato, come lo è stato il suo Jack Sparrow. Eva Green è di certo una delle streghe più accattivanti e meglio riuscite degli ultimi anni, cattiva e infelice, la cui maledizione è forse quella di non saper amare, ma di voler possedere.

Un mondo gotico visto in un’ottica nuova, mescolata alle trame dei migliori film d’amore e telefilm sui vampiri tanto in voga in questo momento. Il regista di “Alice in Wonderland” e “La fabbrica di cioccolato” non delude con questa nuova pellicola, mescolando nuovi registri narrativi.

 Giuliana Scamardella