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08/01/2012
Sette film in sette giorni !
Guida alla settimana cinematografica in TV
Nemmeno il tempo di smaltire gli smielati canditi televisivi della Disney, che da tradizione addolciscono il palinsesto festivo, e la settimana post-epifania si apre con un pugno nello stomaco: “A History of Violence” (2005; Rai Movie, lunedì 9 - 22,50), gelido film di David Cronenberg, in cui il passato da gangster affiora all’improvviso nell’esistenza del padre di famiglia Tom Stall (Viggo Mortensen) in un crescendo di omicidi ed isteria familiare. Disturbante e marziale, una sociologia della violenza condensata in 90’. Naomi Watts sempreverde, menzione speciale per lo sfregiato Ed Harris.
Ancora una chicca da seconda serata per il giorno dopo: “Sfera” (1997; Rete4, martedì 10 - 23,10) è uno dei pochi adattamenti riusciti di un romanzo di Michael Crichton. Science fiction, dunque, con la solida pietra d’angolo della penna dello scrittore americano (buono script di Paul Attanasio), un cast stellare (Dustin Hoffman, Sharon Stone, Samuel Jackson), e l’abile regia di Barry Levinson. Un gruppo di spedizione incappa in una sfera sottomarina di origine aliena dallo strano potere di fascinazione. Suggestive le riprese subacquee, oltre due ore serrate di pellicola che scorrono con la fluidità di una corrente marina.
Cadeau cinematografico di metà settimana sul digitale terrestre: “Venere in visone” (1961; Iris, mercoledì 11 - 21,10) è il degno omaggio a Liz Taylor in apertura dell’anno successivo alla sua scomparsa. Daniel Mann confeziona un onesto drammone stars & stripes, senza troppi patemi psicologici, ma con la Taylor in stato di grazia (premio Oscar come miglior attrice), nei panni – impellicciati – di una squillo che vive una relazione tormentata con il figlio alcolizzato di una tipica famiglia borghese (Laurence Harvey).
Il cult arriva a mezzanotte, con “Fuga da Los Angeles” (1996; Rai4, giovedì 12 - 00,30) di John Carpenter, sequel del meglio riuscito “1997 – Fuga da New York”, col pregio, però, di una buona dose di autoironia e di un clima volutamente più marcio del precedente. Il carcerato Jena (Kurt Russell) viene liberato perché compia una missione speciale: intercettare la figlia del Presidente che flirta nella città degli angeli con un guerrigliero terzomondista. Un dettaglio: Los Angeles è diventata un’isola malfamata... Action-movie fantascientifico che non lesina spunti di riflessione sul potere mistificatorio delle immagini.
Fa piacere vedere su una rete nazionale il racconto non facile e, come di consueto, aggrovigliato del messicano Alejandro González Iñárritu, “Babel” (2006; Rai3, venerdì 13 - 21,05), con Cate Blanchett e Brad Pitt. Premio per la regia al 59° Festival di Cannes – ma quanto è importante la sceneggiatura del fido Arriaga... –, Iñárritu sviscera con la macchina da presa la propria ossessione per gli incroci del destino, intersecando imprevedibilmente tre vicende: una coppia di americani in crisi in vacanza in Marocco, una colf messicana alle prese con i figli dei due nel giorno del matrimonio di suo figlio, un’adolescente giapponese sordomuta emarginata in una Tokyo caotica ed alienante. Montaggio funzionale, più dei figuranti spicca l’affresco.
Al sabato sera ci si veste con “Piume di struzzo” (1996; Rai4, sabato 14 - 22,50), godibile reboot a firma di Mike Nichols (il regista de “Il laureato”) del nostrano “Il vizietto”, con Robin Williams e Nathan Lane non all’altezza di Tognazzi e Serrault, per quanto spigliati, ma soprattutto un Gene Hackman sugli scudi che porta in primo piano la figura del padre omosessuale, a cui il figlio chiede di mostrarsi etero prima di sposarsi con la figlia di un senatore reazionario. Funziona tutto, ma prima ancora funzionava il testo teatrale di Poiret (ed in precedenza, di Shakespeare) da cui è stata ricavata la versione italiana.
L’ultimo lembo di pellicola della settimana si srotola come un red carpet, che introduce a “L’appartamento” (1960; Rai Movie, domenica 15 - 22,30) di Billy Wilder, commedia pressoché perfetta che valse ben 5 Oscar. Jack Lemmon è Bud Baxter, impiegato di una compagnia di assicurazioni che fa passi da gigante nella propria carriera lavorativa... grazie alla disponibilità del proprio appartamento. L’amarezza fa capolino nelle dosi giuste e con opportuno tempismo. Lemmon istrionico, ma ad ipnotizzare è lo sguardo malinconico di Shirley McLaine (Coppa Volpi a Venezia).
Antonio Maiorino
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