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CINEMA: VIAGGIO IN PARADISO

14/06/2012

CINEMA: VIAGGIO IN PARADISO

Il ritorno di Mel Gibson

Viaggio in Paradiso Torna sugli schermi Mel Gibson, l’attore affascinante e dannato, che sa rendere divertente e ironico anche un momento clou come quello di una sparatoria. Il film, nelle sale cinematografiche dal 1 giugno, è stato pensato proprio per l’attore cinquantaseienne dal regista Adrian Grunberg. Driver, dopo un colpo da milioni di dollari, vestito da clown mentre cerca di sfuggire alla polizia di frontiera, pregusta le vacanze estive nel Sud dell’America. Ma la situazione precipita durante l’inseguimento e per di più il suo complice è sanguinante sul sedile posteriore della macchina.

Vacanze estive al Sud? Certo, ma dopo essere stato catturato dalla polizia messicana, subito dopo aver varcato il confine e che lo deruba del suo bottino. Sarà condotto in una prigione un po’ sulle righe, “El Pueblito”, una sorta di baraccopoli, in cui alla luce del sole si vende e si fa di tutto, grazie alla protezione del boss del luogo, e al silenzio di un corrotto direttore. Buon osservatore, ladro di professione, astuto e imprevedibile, riesce a sopravvivere anche grazie a un compagno impensabile: un ragazzino di 10 anni, che vive in prigione con la madre. Due storie sembrano intrecciarsi: da una parte il triste destino del piccolo fumatore incallito, e dall’altra la storia della rapina. Il derubato infatti sta ancora cercando il colpevole e rivuole indietro i suoi soldi.

Pur essendo senza grandi colpi di scena, e nonostante qualche passaggio un po’ crudo, risulta piacevole la visione di “Viaggio in Paradiso”, uscito in America direttamente in Tv. Il regista, dopo le polemiche che hanno investito Mel Gibson, ci restituisce l’idea dell’eroe un po’ violento un po’ romantico, difensore dei deboli, ma anche estremamente concreto e criminale. E se in certi punti la descrizione dell’ “El Pueblito” è un po’ estrema, certe figure appaiono stereotipi troppo fissi, e alcuni personaggi sembrano caricature, l’ironia gibsoniana smorza il tutto, tanto che quando le luci della sala si riaccendono ci ritroviamo con un sorriso.

Giuliana Scamardella

 

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