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Addio George: muore la tartaruga gigante che aveva 100 anni.

27/06/2012

Addio George: muore la tartaruga gigante che aveva 100 anni.

E’ morta “George”, la tartaruga gigante che viveva nel Parco Nazionale dell’isola La Pinta, considerata l’animale simbolo dell’arcipelago delle Galapagos, il cui nome vuol dire appunto "isole delle tartarughe". Esse furono famose per essere state tra le specie terrestri che aiutarono Charles Darwin a elaborare la sua teoria sulla evoluzione nel XIX secolo.

Considerate dei veri e propri “fossili viventi”, perché già presenti sul nostro pianeta ben 250 milioni di anni fa, sono tra le più antiche e misteriose creature sopravvissute perfino all’estinzione degli altri rettili dell’epoca, i dinosauri, subendo nel tempo pochissime modificazioni morfologiche.

Ne esistono ben oltre 250 specie che vivono in molte parti del mondo, soprattutto nelle zone calde tropicali o subtropicali poiché eterotermi (ossia la temperatura del corpo dipende da quella esterna), sono animali diurni, vegetariani, la cui lunghezza varia da pochi centimetri a tre metri nel tipo gigante. Possono raggiungere il peso di 750 kg, e sono particolarmente longevi, riuscendo in taluni casi a vivere anche 200 anni.

Di contro, le tartarughe legate all’ambiente acquatico, sia d’acqua dolce che marino, hanno una vita più breve rispetto a quelle terrestri; la loro massa oscilla tra i 100 ed i 160 kg, sono onnivore, hanno il carapace più allungato e le zampe adattate per essere utilizzate a mo di pinne che le rendono molto agili. Riescono a nuotare con una velocità superiore ai 35 km/h e respirano per mezzo di polmoni anche se capaci di lunghissime apnee, rimanendo a lungo sul fondo.

La più comune fra tutte le specie marine è quella denominata Caretta Caretta che nidifica in tutto il Mediterraneo. E non va dimenticato che le tartarughe marine purtroppo sono minacciate dall’incuria umana, troppo spesso cadono nelle reti di pesca, sono ferite dalle eliche dei natanti o ingeriscono oggetti di plastica lasciati in mare, probabilmente scambiati per meduse di cui sono ottimi predatori.

Letizia Passantino

 

 

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