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PAOLO BORSELLINO: PER NON DIMENTICARE

19/07/2012

PAOLO BORSELLINO: PER NON DIMENTICARE

19 Luglio 1992 – 19 Luglio 2012…..Sono trascorsi 20 anni da quella che sicuramente è stata una delle pagine più tristi e rabbiose della storia moderna del nostro paese. In un attentato di chiaro stampo mafioso, il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta caddero sotto i colpi di esplosivo sistemati accuratamente dai killer all’interno della vettura in sosta presso l’abitazione dell’anziana madre del Giudice.
E così nel giro di poche settimane, dopo l’attentato di Capaci dove morì il Giudice Falcone, la moglie e la scorta, la mafia assestò un duro colpo alla lotta intrapresa dallo stato.

La vita del giudice fu tutta volta al bene del prossimo, tanto da farlo rinunciare a seguire la carriera giuridica per sostituire il padre, scomparso prematuramente, alla guida della farmacia.
Appena entrato in Magistratura, il 23enne Borsellino divenne pretore a Monreale dove per la prima volta entrò in contatto con la realtà dei corleonesi.

Trasferito a Palermo, visse i peggiori anni della mafia in Sicilia quello degli omicidi “eccellenti”: Pio La Torre, Rocco Chinnici, il generale Dalla Chiesa senza dimenticare il capitano Basile, il commissario Montana e vice-questore Ninni Cassarà. Neanche questi avvenimenti fermarono il Giudice Borsellino, che già vivendo una vita sotto scorta, aveva deciso di continuare questa battaglia accanto all’amico Giovanni Falcone.

Per non dimenticare, certo, come non vanno dimenticati gli uomini della scorta del Giudice Borsellino: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Antonino Vullo (sopravvissuto perché stava parcheggiando l’auto) ed Emanuela Loi, prima donna della Polizia ad essere caduta in servizio.

Probabilmente Paolo Borsellino, aveva deciso di continuare nonostante ci fosse stato l’avvertimento con la strage di Capaci, perché come amava dire “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.

Paolo De Giorgio

 

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