Una notte da leoni per scrivere la storia e tagliare un traguardo fino ad ora mai raggiunto nella storia del club. Nell'incontro valevole per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League il Napoli affronta al Camp Nou il Barcellona dopo che il primo atto del doppio confronto, disputato al San Paolo lo scorso venticinque febbraio, si era concluso sull’1-1. In caso di vittoria o di pareggio con almeno due gol segnati gli azzurri staccherebbero il biglietto per la final eight che inizierà a Lisbona mercoledì prossimo. Gattuso recupera Insigne e lo lancia dal primo minuto nel tridente insieme ai suoi abituali compagni di viaggio mentre Demme regola Lobotka nell’unico ballottaggio ancora aperto alla vigilia e si piazza davanti alla difesa.

Sul fronte opposto Setien si affida al 4-3-3 nel quale Griezmann-Suarez e Messi compongono la prima linea catalana. Al termine di una sfida nella quale gli ospiti pagano a caro prezzo una prima frazione che, eccetto i primi dieci minuti, si rivela ampiamente deficitaria il Barcellona si impone con il punteggio di 3-1, tra i catalani brilla la stella del numero dieci che indirizza la contesa disputando quarantacinque minuti straordinari, e guadagna così l'accesso ai quarti di finale, turno nel quale gli spagnoli daranno vita ad una sfida stellare contro il Bayern Monaco. I partenopei possono e devono ripartire dall’autorevolezza ammirata nella ripresa quando, non avendo ormai più nulla da perdere, hanno pressato alto in maniera molto redditizia creando così diverse difficoltà ad una retroguardia che ha trovato in Piqué il suo baluardo e cogliendo nel finale il palo con Lozano.

Si prospetta ancora lungo e difficile il cammino di crescita che attende il club del presidente De Laurentis perché se l'obiettivo della prossima stagione deve essere quello di lottare per ritornare prontamente in Champions oltre ad intervenire nel modo più giusto sul mercato, prioritario ormai l’acquisto di un terzino sinistro titolare, sono indispensabili alcuni step per quanto concerne l'atteggiamento mentale della squadra sul lungo arco temporale e nelle sfide al cospetto di avversari decisamente più attrezzati sotto tutti i punti di vista. Contro una formazione blaugrana che non ha certamente esibito una prova straripante nei novanta minuti troppi gli errori commessi, sia in fase di uscita che in occasione della colossale ingenuità di Koulibaly da cui è scaturito il calcio di rigore trasformato da Suarez per il provvisorio 3-0. Impensabile riuscire a compiere quella che lo stesso allenatore aveva paragonato alla scalata dell'Everest quando la squadra pur palleggiando in maniera eccellente grazie alle ottime qualità di base i suoi elementi più tecnici non riesce ad impegnare in interventi degni di nota l'estremo rivale o difetta, come ormai accade da diverso tempo, in fase di finalizzazione.  

Andrea Addezio