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Sette film in sette giorni - guida alla settimana cinematografica in tv dal 6 al 12 agosto

06/08/2012

Sette film in sette giorni - guida alla settimana cinematografica in tv dal 6 al 12 agosto

Pioggia di medaglie alle Olimpiadi per l’Italia, grazie ad un buon gioco di squadra, ma anche a tanti “acuti” individuali. Tipicamente italico è “Il Marchese del Grillo” (Iris, lunedì 6 agosto – 21,05), soggetto senza molta amalgama ma che risulta vincente per la verve dei singoli protagonisti. Nel film di Monicelli, il protagonista (Alberto Sordi) è il marchese Onofrio del Grillo, esponente della nobiltà romana dell’Ottocento, edonista sfrenato, amante degli scherzi, frequentatore di bettole. Si scrive “nobile”, ma in filigrana si legge “piccolo borghese”. Monicelli risponde all’ascesa di Moretti inaugurando gli anni ottanta con una cinica commedia in costume, che segna il definitivo distacco dalla commedia all’italiana. Paolo Stoppa è un improbabile, convincente Pontefice.

Non è granché appropriato per chi si appresti alle vacanze, ma “Lo squalo” (Canale 5, martedì 7 agosto – 00,00) resta un classico di Spielberg, in grado di ricavare da un modesto romanzo di Peter Benchley un film destinato a segnare la strada per le successive produzioni di Hollywood: effetti speciali, meccanismi oleatissimi della tensione, strategie narrative tarate al millesimo. Un pescecane sparge il terrore in una cittadina del New England. Poliziotto si batte per il divieto di balneazione, ma il rifiuto del sindaco lo spinge alla caccia grossa. Per quanto sovrabbondante di dialoghi, colpisce soprattutto per il modo in cui riesce ad azzannare l’immaginario collettivo attraverso lo sviluppo “orrorifico” di una situazione comune. Paradossalmente affonda quando compare il mostro.

Restiamo in clima estivo con “Scandalo al sole” (Rete 4, mercoledì 8 agosto – 16,25), mélo genuinamente ricco di stereotipi di Delmer Daves: nome che non dirà molto, a differenza di quello di Max Steiner, compositore della colonna sonora passata alla storia. Un uomo d’affari torna alla villa estiva dove usava trascorrere le vacanze e reincontra una vecchia fiamma. I loro figli, intanto, flirtano. Il gioco delle coppie è una bomba ad orologeria. Oggi ci si lamenta perché è datato: all’epoca fu un pugno nello stomaco dell’ipocrisia puritana. Superba fotografia di Stradling, peccaminosamente satura ed accalorata.

Anche in Italia si confezionano colonne sonore d’autore. È storica quella di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (La 7, giovedì 9 agosto – 21,10), un legal-thriller kafkiano di Elio Petri con un nevrotico Gian Maria Volontè nei panni del capo della Squadra di Omicidi di Roma che indaga su.... se stesso. Premio della giuria a Cannes, Oscar come miglior film straniero, tre Nastri d’argento. Le musiche di Morricone assecondano il montaggio stretto di Ruggero Mastroianni. Cinema politico degli anni settanta, ma la chiave grottesca gli conferisce un tono surreale tagliente e trasversale.

Torniamo ad Hollywood, in grande stile: “Soldati a cavallo” (La7, venerdì 10 agosto – 21,00) di John Ford è il classicissimo sulla guerra di secessione americana, sospeso tra l’epica e la malinconia. Maggiore nordista tutto d’un pezzo (John Wayne) parte per una missione di sabotaggio ferroviario, in costante frizione con un giovane medico (William Holden) e con un terzo uomo, anzi, una terza donna, prigioniera scomoda (Constance Towers). Poi si capirà perché odia i medici. 

Più intramontabile del mito del West, è quello di Charlie Chaplin: “Un re a New York” (Rai Movie, sabato 11 agosto – 15,35) è un prodotto crepuscolare, eppure vivacemente caustico. Deposto dalla rivoluzione marxista, un sovrano europeo trova rifugio nei democratici USA, ma non trova scampo dall’invasione della pubblicità. Satira tra il costume e la politica, che ammicca all’indimenticato slapstick con tutta l’intelligenza mimica della maschera sorniona.

Fine settimana col fiato sospeso, e non per l’afa, con “La nona porta” (Rete 4, domenica 12 agosto – 21,30), di Roman Polanski. Cercatore di libri antichi (Johnny Depp) viene ingaggiato da un collezionista (Frank Langella) per reperire il terzo esemplare di un manoscritto d’invocazione satanica e capire quale dei tre sia falso. Indagine da incubo. Visivamente ipnotico, fino alla studiata claustrofobia dei labirintici interni, sembra un film sull’oscurità della mente, suggerita se non altro dalla fotografia fumosa. La visività allucinata finisce per prevalere sulla stessa storia: il gioco delle apparenze compone un’opera sull'infernalità del dubbio onirico. Dove, cioè, la coscienza spaura e si perde.

Antonio Maiorino

 

 

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