Matteo Berrettini è nella storia e giocherà per fare la storia. Battendo il polacco Hubert Hurkacz, il tennista romano approda alla finale di Wimbledon e diventa il primo giocatore italiano a disputare l’ultimo atto del torneo più importante del mondo. Un primato che potrebbe essere ancora più importante se domenica pomeriggio Berrettini riuscisse a vincere anche la finale dove ad attenderlo ci sarà Novak Djokovic. Una partita difficile quanto affascinante visto il valore dell’avversario che ha già vinto questo torneo cinque volte ed in corsa per poter fare il grande slam. Ma Berrettini potrà giocare a braccio sciolto consapevole di non partire con i favori del pronostico. Un successo consegnerebbe il primo Wimbledon ad un italiano ed un torneo dello slam, impresa che manca dal lontano 1976 quando Panatta vinse a Parigi il Roland Garros. La semifinale contro Hurkacz è stata un dominio per due set, più equilibrata nei secondi due ma con una costante: l’italiano ha servito sempre alla grande e, forte dei suoi turni di servizio, non ha mai ceduto il servizio.

Ben 22 gli ace messi a segno, 60 i colpi vincenti a fronte di solo 18 errori: sono numeri che la dicono lunga sulla qualità della partita disputata da Berrettini. Nel primo set il romano sotto 3-2, complice anche diversi errori del suo avversario, infila una striscia di 11 giochi di fila che gli regalano il primo e il secondo set (6-3, 6- 0). E’ passata circa un’ora e la partita sembra ormai chiusa ma non è così. Nel terzo set, con la forza della disperazione Hurkacz trova il suo tennis migliore e con qualche sofferenza riesce ad arrivare al tiebreak. Berrettini, fino a quel momento inappuntabile, sbaglia un paio di colpi ed è costretto a cedere il terzo set. Due set a uno e partita riaperta e qui Berrettini dimostra tutta la sua forza. Perché nel primo gioco del quarto set mantiene alta la concentrazione e strappa il servizio ad Hurkacz.