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Acciaio di Silvia Avallone: da romanzo a film

05/09/2012

Acciaio di Silvia Avallone: da romanzo a film

Il 4 settembre scorso alla Mostra del Cinema di Venezia è stato presentato“Acciaio”, il film tratto dal romanzo di Silvia Avallone, dal regista Stefano Mordini, a cui ha partecipato anche l’attrice Vittoria Puccini. Da Piombino l’Elba è lontana, eppure si vede, nei giorni in cui il cielo è sgombro e non c’è umidità. I suoi abitanti sembrano guardarla con sentimenti di desiderio e di disprezzo, perché appare spesso irraggiungibile. In via Stalingrado i grandi sono molto assorti dalle faccende quotidiane: il faticoso lavoro alla fabbrica della Lucchini, i figli da crescere, i mariti da controllare. Tra il disincanto degli adulti e il timore di non riuscire a scappare da quella realtà quasi surreale di degrado sono cresciute Anna e Francesca, 14 anni, belle ed ammiccanti, sono le star della spiaggia di Piombino, invidiate dalle coetanee e desiderate dai ragazzi.

L’adolescenza è un periodo della vita in cui qualsiasi scelta segnerà chi diventerai. Non sempre i progetti dipendono solo da se stessi, e le due ragazze (interpretate nel film dalle esordienti Matilde Giannini e Anna Bellezza, di Piombino) devono confrontarsi con l’ambiente che le circonda. Poco distante dalle loro abitazioni, insiste la grande fabbrica dell’acciaio che sovrasta sia il territorio periferico che le vite dei protagonisti per i quali non c’è altra opportunità di lavoro.

Tutto questo racconta nel suo primo romanzo la Avallone, che sente la necessità di narrare la vita degli operai di oggi, talvolta dimenticati. Il film, che per certi versi sintetizza il libro sacrificando qualche personaggio, pone l’accento sul rapporto di amicizia tra Anna e Francesca, e sulla vita dell’operaio raccontata dal “di dentro”.

Giuliana Scamardella

 

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