Il Napoli reagisce con determinazione e forza a 15 giorni difficili, trascorsi tra critiche e rimpianti. Gli azzurri espugnano il Bentegodi, superando il Verona per 3 - 1. Le reti di Politano e Kvara nel primo tempo e, nella ripresa ancora il georgiano, poi Lavozic per i padroni di casa a fissare il punteggio che poteva essere ancora più rotondo in favore dei partenopei che in altre circostanze sono andati ad un passo dalla realizzazione, cosi come anche i padroni di casa, nella ripresa sono stati fermati da Meret che ha sventato un paio di situazioni delicate.

Ma, senza tanti giti di parole e fronzoli, oggi era importante vincere per tanti motivi. Umore, autostima, serenità e, non da ultimo, la classifica. E' tutto risolto? Si possono mettere nel dimenticatoio le criticità emerse? A questa domanda non si può rispondere adesso, con tutta onestà. Bisogna aspettare almeno quanto accadrà nel match di Champions martedi con l'Union Berlino e, soprattutto, in quello di domenica prossima con il Milan che avrà anche risvolti significativi per la classifica. Ecco, forse al termine del match con i rossoneri sarà possibile dare un giudizio non certamente definitivo ma quanto meno utile a comprendere se il "momento no" potrà essere considerato un ricordo o se, invece, bisognerà ancora fare i conti con le difficoltà di risultati  e talvolta di gioco, che finora ha accompagnato il Napoli in questo altalenante avvio di stagione.

Tornando al match odierno, vinto meritatamente dagli azzurri, va detto che nella ripresa il Napoli ha concesso qualcosa di troppo agli scaligeri che hanno guadagnato campo con gli azzurri che hanno abbassato troppo il baricentro. E, questo, è un aspetto tattico che al Napoli è gia cosatto caro in altre recenti circostanze. Questa squadra ha nel suo Dna il possesso palla e la "gestione" della gara. Quando invece ripiega, per scelta o per la forza degli avversari, va in sofferenza e rischia di vanificare il buon lavoro in zona offensiva dove dispone di tante bocche da fuoco. E su questo aspetto, sicuramente qualcosa da rivedere c'è. Ovviamente l'assenza di Osimhen è oltremodo penalizzante sia per la capacità realizzativa del nigeriano, sia per la sua grande capacità di far "risalire" la squadra con la sua velocità e riportarla nella metà campo avversaria. Cosi come va ricordato che senza Anguissa si perde in fisicità e solidità, pur se Cajuste si è ben disimpegnato in entrambe le fasi di gioco.

Antonello Giannetti