La sconfitta di ieri a Como è dolorosa, oltre i 3 punti persi. Perchè è il segnale di un calo fisico che stiamo raccontando fin da dopo il match con la Roma e che è palese se si confrontano le ultime gare rispetto a quanto visto con Atalanta, Fiorentina e Juventus. A questo va aggiunto un mercato che ha indebolito la rosa, privandola del suo calciatore più forte, quando la squadra era al primo posto. Il Napoli non è una squadra di grande talento, bensi di forza, sostanza, fisicità e carattere. E gennaio doveva essere il mese per completare e migliorare l'organico, per consentire al mister di proseguire questa bellissima ed inaspettata corsa.

Si dirà, ma è inutile (ri)parlarne ora, a cose fatte. Ed è anche vero ma quando si vedono le partite e soprattutto si cerca di analizzarle, la mente vola a quanto poteva essere e non è stato. La speranza è che la squadra sappia compattarsi e, dopo averla analizzata, mettere da parte questa battuta d'arresto. Sarà necessario anche ritrovare quella brillantezza necessaria a chiudere bene la stagione che, sia chiaro, è ancora apertissima a qualsivoglia risultato. Con il rientro di Spinazzola ( ieri il migliore in campo) e quello di Olivera, la discreta prova di Billing devono indurre a qualche riflessione in merito all'undici che scenderà in campo contro i nerazzurri. C'è anche Gilmour che potrebbe trovare spazio, giocatore del quale il mister ha spesso tessuto le lodi e con un Lobotka non particolarmente brillante come al solito, lo scozzese potrebbe trovare spazio. Anche Lukaku ieri molto in ombra. Dal centravanti ci si aspetta sempre che possa essere decisivo in termini di realizzazioni e, purtroppo, il belga ultimamente non sta fornendo prove positive. 

Ovvio che adesso la strada è in salita ma sabato al Maradona, in caso di vittoria contro l'Inter, il Napoli ritroverebbe la testa della classifica e quell'entusiasmo che potrebbe sostituire la stanchezza. Impresa ardua, difficile, ma non impossibile perchè anche i nerazzurri non vivono un momento di particolare freschezza atletica. Sarà una battaglia e occorrerà scendere in campo con il coltello tra i denti ma, principalmente, bisognerà correre, difendere ed attaccare per 90° minuti. 

Antonello Giannetti