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Il Mare, un patrimonio da preservare

20/01/2012

Il Mare, un patrimonio da preservare

Dopo il naufragio della Costa Concordia e il possibile rischio di un riversamento di migliaia di tonnellate di petrolio, con conseguente sterilizzazione di una vasta area mediterranea, si pone l’attenzione sulla necessità di tutelare questi “immensi acquari” vista anche l’intensa circolazione marittima in prossimità di essi. 
L’Isola del Giglio, scenario del tragico incidente, inserita nel Parco Naturale dell’Arcipelago Toscano, è uno dei luoghi più belli e parte del Santuario dei cetacei, la cui istituzione risale a dieci anni fa e da allora ancora attende la dovuta tutela.
Le aree marine protette in Italia sono 20, oltre al Santuario dei mammiferi marini sopracitato ed i 2 parchi sommersi di Baia e di Gaiola nel Golfo di Napoli, esse hanno una importanza “naturale”, geomorfologica, fisica, biochimica,  storica ed archeologica-culturale. 
L’ ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ricorda la grande varietà e bellezza delle specie di flora e fauna presenti in tali paradisi terrestri. Nelle Direttive UE Uccelli e Habitat (NATURA2000) e nella Convenzione di Berna (Consiglio Europeo 1998) sono state elencate tredici specie marine del Mediterraneo come fauna “strictly protected”, a tal proposito ricordiamo  la foca monaca, la tartaruga, la balena pinnata e la balena pilota,  la stenella striata, il capodoglio e il delfino comune. A rischio è anche la Posidonia oceanica, pianta marina da fiore con un ritmo di crescita molto lento, che forma vasti letti o prati sottomarini di cui si servono molte specie animali.
La difesa del mare è stata a lungo un sogno di scienziati e ambientalisti e la nuova realtà che oggi stiamo vivendo potrebbe finalmente far concretizzare la possibilità di tutelare meglio tale patrimonio.


Letizia Passantino
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