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30/10/2012
Lo squalo: il terrore dei mari
Gli squali sono pesci comparsi nel Devoniano circa 400 milioni di anni fa e vengono considerati degli autentici fossili viventi in quanto hanno conservato alcune peculiarità morfologiche nonostante i processi evolutivi ed i numerosi mutamenti geologici, climatici e biologici che, nel vasto arco temporale, si sono succeduti.
Il loro scheletro è composto da cartilagine, che li differenzia dai comuni pesci ossei. Allo stato, ne sono identificate all'incirca 500 specie che si differenziano molto nella dimensione. Il più grande è lo squalo balena poiché puo' raggiungere l’incredibile lunghezza di 18 metri, con un peso di 10 tonnellate.
Gli organi di senso sono molto specializzati, capaci di indirizzarlo senza tentennamenti verso la preda; la bocca è cosi grande che le vittime vengono ingoiate quasi intere, i denti sono taglienti come armi micidiali, disposti in più file ed a forma di uncino. Lo squalo li utilizza più per afferrare e lacerare che per una vera e propria masticazione, atteso che la digestione è affidata ai potenti succhi gastrici.
Il loro incedere è apparentemente calmo ma inquietante. Tende a sorvegliare i grandi spazi marini riuscendo ad incutere timore alle altre specie. D'altronde, trattasi di un animale posto in cima alla catena alimentare, con l’importante funzione di mantenere il delicato equilibrio nell’ecosistema oceanico.
Purtroppo gli squali più voraci non sono creature esclusive degli oceani ma entrano nel Mediterraneo e quindi anche nel nostro mare non è raro incontrarli. A scopo esemplificativo ma non esaustivo, se ne citano alcuni piccoli ed innocui, anzi pregiati per la loro carne come il palombo e lo spinarolo, altri grandi e feroci come la verdesca, lo smeriglio, lo squalo toro e perfino lo squalo bianco (foto), considerati veri e propri killer.
Letizia Passantino