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22/01/2012

Sette film in sette giorni - guida alla settimana cinematografica in tv

 
Mentre l’élite della critica premia - meritatamente - a destra e a manca il silent movie "The Artist”, timidamente distribuito nelle sale cinematografiche, in tv la settimana si apre con un film da duri, per duri, da uno dei maestri “sdoganati” negli ultimi anni: “Fuga da Alcatraz” (1979,Rete 4, lunedì 23 gennaio - 23,15), uno dei classici dell'accoppiata di canaglie Don Siegel – Clint Eastwood. Il detenuto Frank Morris arriva ad Alcatraz nel 1960. Una fortezza? Così dicono. Ma lui non ne è convinto, e cercherà di scappare. Film violentemente asciutto, plumbeo, essenziale. Siegel fa quasi una versione hard-boiled di “Un condannato a morte è fuggito” di Bresson. Il finale non è un mistero, eppure si resta attanagliati.

 

Torta di mirtilli a merenda martedì pomeriggio: quella del titolo originale (“My blueberry nights”) di “Un bacio romantico” (2007, Rai Movie, martedì 24 gennaio – 17, 40). Non spaventi il made in China, la denominazione è di origine controllata: Wong Kar-wai, il celebre regista di Shangai autore di “In the mood for love”. Ma, a vedere il cast, si capisce che la filiera è americana: Norah Jones, Jude Law, David Strathairn, Natalie Portman, Rachel Weisz. Primo film in inglese di Wong, incantevole nella colonna sonora e d’intatta suggestione visiva, nonostante i tagli della edizione italiana. Splendida, al solito, la Portman.

 

Un salto agli anni ottanta, nel mercoledì cine-televisivo, con “Vivere e morire a Los Angeles” (1985, Rai Movie, mercoledì 25 gennaio – 21,10), cupo noir di William Friedkin, all’altezza del più noto “Il braccio violento della legge”. La cinepresa violenta di Friedkin segue due agenti federali sulle tracce di un falsario. Uno di loro ha anche un conto personale in sospeso. Un inseguimento serrato leggendario e gradevoli contaminazioni da action movie.

 

È in bianco e nero, ma non è datato: si tratta di “Pi greco. Il teorema del delirio” (1998, Iris, giovedì 26 gennaio – 23,20) di Darren Aronofsky, poi vincitore a Venezia con “The Wrestler”. Max Cohen è un genio della matematica alla ricerca di una legge numerica in grado di predire la borsa. Pescicani della finanza e fanatici religiosi in un’opera di sicura personalità stilistica, girata con camera a mano e capace di delineare un’atmosfera suggestiva ed inquietante.

 

Non sorprende che una rete nazionale trasmetti il bel “The reader – A voce alta” (2008, Rai 3, venerdì 27 gennaio – 21,05) nella Giornata della Memoria. Nel film di Stephen Daldry, la bella e brava Kate Winslet (di recente in “Carnage” di Polanski) affascina un giovane studente della Germania postbellica, ma il passato della donna emergerà in un doloroso processo sui crimini di guerra nazisti... Non si può fare a meno di lamentare una certa macchinosità, per un film forse troppo lungo, ma la Winslet regge la baracca magistralmente. Meglio le parti erotiche e psicologiche, che quelle di ricostruzione storica.

 

È un vero e proprio "weekend della memoria", quello della settimana entrante: e così, nel primo pomeriggio di sabato segnaliamo il drammatico “Arrivederci, ragazzi!” (1987, Rai Movie, sabato 28 gennaio – 15,20), classico del francese Louis Malle premiato a Venezia col Leone d’Oro. Tre ragazzi ebrei sono ospitati in un collegio tedesco. Patatrac quando un allievo fa la spia. Non il film più originale di Malle, di certo quello più sanamente retorico e di memoria truffauttiana. Ambientazioni curatissime ed un paio di momenti di sorvegliato strazio.

 

Anche gli amanti di calcio potranno concedersi il film “Il grande Lebowski” (1997, Iris, domenica 29 gennaio – 13,00), per loro fortuna prima delle partite domenicali. Si fa fatica a definirlo un thriller, quello dei fratelli Coen: il Lebowski di Jeff Bridges è un personaggio indimenticabile, coinvolto suo malgrado in uno scambio di identità, del quale cercherà di venire a capo con un’indagine bislacca e memorabile. Autentica galleria di invenzioni, trovate contorte e personaggi bizzarri.

 

Antonio Maiorino

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