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Film: Venuto al Mondo

24/11/2012

Film: Venuto al Mondo

“Venuto al mondo” è il nuovo film di Sergio Castellitto che, presentato al Toronto International Film Festival è uscito in Italia il giorno otto novembre. Non delude il trio Castellitto, Mazzantini e Penelope Cruz, che aveva già collaborato per un altro film, “Non ti muovere”. Quest'ultima veste i panni della protagonista femminile, Gemma, donna dal volto segnato dalle sofferenze, e soprattutto, da un passato ancora "vivo".

L’incipit del racconto scaturisce da una mostra fotografica organizzata a Sarajevo per le vittime di guerra e Gemma coglie l'occasione per recarsi in quella città in cui arrivò giovanissima nell’84, nel corso delle Olimpiadi Invernali, al fine di rivedere un suo caro amico, un poeta bosniaco, di nome Gojko.

Ma in questo salto all'indietro nel tempo si lascia accompagnare dal figlio Pietro (Pietro Castellitto), a conoscenza solo del fatto di essere nato durante la guerra a Sarajevo. Gemma durante il suo primo soggiorno conobbe Diego (interpretato da Emile Hirsch),un fotografo americano, affascinante e allegro, che la segue a Roma.

La loro storia d’amore è afflitta da un problema che sembra non avere soluzione: la sterilità di Gemma. La guerra offre loro l'occasione per rientrare nella città bosniaca e fornire un supporto ai loro amici. Conoscono una donna, Aska, che offe loro il suo utero, ma ad un costo molto elevato e Gemma lo capirà subito.

La protagonista torna a Roma con il compagno che da quando ha conosciuto la crudeltà della guerra non riesce più a ritornare padrone di se stesso e della sua vita. Tornati a Sarajevo, la situazione degenera e Gemma lascia la città con il piccolo Pietro, inconsapevole dei tormenti che attanagliano il cuore di Diego, rimasto in Bosnia.

Mai patetica, a tratti cruda, ma di certo realistica, la pellicola di Sergio Castellitto, che si riserva la parte di un maresciallo dei carabinieri, è una storia di sofferenza e di redenzione. Lo spettatore, nonostante le due ore del film, non riuscirà a staccare gli occhi dallo schermo e di certo non resterà indifferente all’appassionante ed al contempo avvincente trama. Quando in sala le luci illumineranno l'ambiente e i titoli di coda staranno ancora scorrendo, gli astanti saranno avvolti da due stati d'animo: l’amaro che lascia in bocca il film e dalla dolcezza della propria condizione, perché comprenderanno quanto si sato importante non aver conosciuto gli orrori della guerra e tutte le conseguenze che da esse ne sono derivate.

Giuliana Scamardella  

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