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30/11/2012
Perche' lo specchio specchia?
I primi specchi erano composti da parti curve di metallo lucidato che, rari e di uso tipicamente sacrale al tempo degli egizi, divennero invece di utilizzo più frequente al tempo dei greci e dei romani. Nell'epoca storica del Rinascimento, la produzione ebbe un'impennata soprattutto per quelli di grandi dimensioni, di sovente arrichiti ed abbelliti con l'ausilio di cornici incise e finemente decorate da manifatture francesi e veneziane. Ma fu solo nel nel 1835 che un chimico tedesco realizzò lo specchio moderno.
Nasce come una semplice lastra di vetro, la cui superficie è priva di qualsiasi particella, al fine di consentire una perfetta aderenza delle lastre di metallo applicate, ma anche per evitare difetti che possano determinare eventuali distorsioni. I metalli più frequentemente adoperati sono lo stagno, l’argento, l’alluminio ed il rame, ricoperti da una vernice a scopo protettivo. Ma come funziona questo meraviglioso oggetto da sempre tanto amato ma talvolta anche detestato?
Con il termine specchiare, si intende riflettere la luce, conseguentemente lo specchio non è altro che una superficie che restituisce i raggi luminosi che provengono dall’oggetto che lo colpisce.
In particolare, ogni singolo punto superficiale degli oggetti che si vedono, nel momento in cui si trovano esposti ad una sorgente luminosa, diventano a loro volta fonte di luce, poiché la riflettono in ogni direzione. Questi fasci luminosi si muovono in modo rettilineo e parallelo tra di loro, fin quando non incontrano sul loro percorso un ostacolo che il devia con angoli stabiliti da leggi fisiche.
Se l'ostacolo è uno specchio piano, i raggi deviati continuano a viaggiare in modo parallelo tra di loro restituendo un'immagine reale dell'oggetto, se la superficie riflettente non è piana, i raggi deviati non sono più paralleli tra di loro e questo è il motivo per il quale una superficie riflettente concava o convessa, come quella di un cucchiaio, ci restituisce un'immagine distorta.
Letizia Passantino