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La Mantide religiosa, una compagna pericolosa.

22/01/2013

La Mantide religiosa, una compagna pericolosa.

La Mantide religiosa è un insetto di color verde brillante ( rare sono le forme brune o giallastre) che abita le regioni calde e deserticole e che invece non resiste ai primi freddi, ma, prima di terminare il suo ciclo di vita, depone le uova che si schiuderanno nella primavera successiva.

La mantide è detta comunemente orante o pregadio, per la sua particolare postura, con il corpo in posizione quasi verticale e le zampe anteriori unite e protese in avanti,come se reciitasse una preghiera.

La testa è piccola, di forma triangolare, molto mobile e fornita di grandi occhi sporgenti; l’apparato boccale è di tipo masticatore con forti mascelle, presenta antenne sottili ma non molto lunghe. Le ali pur essendo sviluppate non le consentono un lungo volo mentre, si presenta come un' ottima camminatrice, peculiarità molto sviluppata soprattutto nella forma deserticola che corre rapidissima.

Le zampe anteriori sono più robuste delle posteriori e provviste di spine, proprio per renderle il compito più facile nel catturare le prede. Consuetudine vuole che la mantide, immobile su di un ramoscello o su una foglia, aspetti con grande pazienza che la preda sia “a portata di zampa” e, alla stregua di un vero e proprio agguato, la ghermisca per poi divorarla con tempestività.

Quindi, nonostante il nome di pregadio faccia pensare ad un placido insetto in devoto raccoglimento, essa non è altro che una “crudele assassina”, perfino con i suoi simili. Difatti il maschio, nonostante ricerchi la femmina, la teme al tempo stesso, quasi fosse conscio della sua ferocia e del pericolo a cui si espone fecondandola, poiché spesso finisce tra le sue zampe predatrici ed è divorato durante o subito dopo l’accoppiamento.

In ogni caso dal punto di vista ecologico, la mantide è da ritenersi un insetto molto utile per l'uomo, poiché durante il suo ciclo vitale è in grado di cibarsi di moltissimi altri insetti più piccoli, che spesso sono dannosi per le coltivazioni. 

Letizia Passantino

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