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07/02/2013
Fabriano: arte, cultura ed industria
Fabriano, nota in tutto il mondo per la produzione della carta, trae origine dall' unificazione di due centri di origine romana posti sulle rispettive alture dell’attuale centro storico, citati come castra distinti finché, nel 1165, non viene documentata la nascita di un unico comune.
Numerosi ed importanti edifici civili risalgono alla metà del duecento e fin da quel periodo, l’industria cartaria era gia' particolarmente fiorente in virtu' dell'invenzione di macchinari quali la pila idraulica a magli con molti stabilimenti che sfruttavano la forza dirompente dell'acqua per mettere in movimento le macchine.
Importanti innovazioni, come i procedimenti di impermeabilizzazione dei fogli e l’introduzione della filigrana, prima solo bianca e, poi, in chiaro-scuro, furono peculiarità importanti per far conoscere ed apprezzare ovunque la produzione di Fabriano.
Ma furono anche gli anni in cui la città ebbe una notevole crescita, in termini di edifici, chiese e cantieri, assurgendo al ruolo di importante polo artistico. Anche ai giorni nostri, il centro antico, restaurato dopo il recente sisma, conserva inalterato il fascino e l’atmosfera di una ricca cittadina medievale.
Nella piazza del Comune, di forma triangolare, fa bella presenza una affascinante fontana sul modello di quella realizzata a Perugia dai Pisano. Sullo sfondo, si erge il monumentale Palazzo del Podestà, costituito da tre diversi corpi di fabbrica in pietra locale: nel corpo centrale, un grande voltone a sesto acuto, indica che probabilmente, nel medioevo, un torrente scorreva là dove ora c’è il corso principale.
Dall’altro lato, invece è possibile ammirare il palazzo vescovile di epoca rinascimentale con la torre civica. Ma sono tante anche le chiese che ritroviamo all’interno delle mura cittadine, e numerose le abbazie ed i monasteri da visitare nell'immediato circondario.
Nel quattrocentesco “spedale del Buon Gesù”, troviamo l’importante pinacoteca dedicata a Bruno Molajoli, studioso nato a Fabriano che, nel 1957, allestì a Napoli e poi diresse a lungo il Museo di Capodimonte.
Lo splendido complesso di San Domenico è in gran parte visitabile in quanto ospita il museo della carta, con un interessante percorso espositivo che ne descrive l’evoluzione nel corso dei secoli. Solo però con la costruzione della linea ferroviaria, dopo l’unità d’Italia, si giunse alla vera industrializzazione della zona, culminata - nel secondo dopoguerra - con la nascita di altri importanti complessi industriali, tuttora principale risorsa dell’economia locale.
Maria Continisio