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Il Grande Gatsby: la solitudine dietro la grandezza.

25/05/2013

Il Grande Gatsby: la solitudine dietro la grandezza.

ll capolavoro di Francis Scott Fitzgerald ritorna per la terza volta nella storia del cinema grazie alla rilettura del regista Baz Luhrmann. La vicenda è filtrata dagli occhi dell’aspirante scrittore Nick Carraway, che indaga insieme allo spettatore alla ricerca del vero enigma di Gatsby, e colora la scena con pennellate di malinconia, lasciando trasparire il dramma della realtà americana degli anni ’20.

Wall Street è inquadrata come un vortice di grandezza senza freni, e con l'ausilio della scenografia di una New York assai fastosa,  sullo sfondo si staglia un’atmosfera quasi surreale, impreziosita dal sottofondo delle note di Jay-Z.

Il ritmo narrativo non pone l'accento sulla riflessione dei personaggi ma la lettura fa emergere in ogni pagina la figura eccentrica ed ambigua del protagonista, sognatore e disperato, che tuttavia adesso sembra già aver svelato il suo mistero.

Soltanto il primo incontro con l’amata Daisy fornisce ulteriore tempo alla tragedia, che DiCaprio gestisce con passione e con la consueta maestria in una performace tesa ad indirizzare lo spettatore verso la vera solitudine del protagonista.

Un'impostazione che ritroviamo più tardi nelle ultime scene, caratterizzate da una morte inaspettata che giustifica il gesto finale, e conduce ai titoli di coda dove brilla la luce verde della magnificenza di Gatsby, capace di mettersi in gioco pur di riuscire a riconquistare la sua amata.

Luhrmann inaugura il Festival di Cannes nel tentativo di tradurre il classico in un mondo più contemporaneo, e lascia con un saluto i bei tempi di Moulin Rouge.

Ilaria Licenziato

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