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Film: Mi rifaccio vivo.

05/06/2013

Film: Mi rifaccio vivo.

Sono trascorsi quattro anni dalla presentazione dell’Uomo nero (2009) e Sergio Rubini ritorna a trattare l'argomento gelosia ed il correlato tema della vendetta in una commedia caratterizzata da equivoci e confusioni, che per quasi due ore cattura il pubblico, portandolo a sorridere.

Biagio Bianchetti ha vissuto fin dalla prima infanzia all'ombra del coetaneo e nemico Ottone Di Valerio (Neri Marcorè), che dopo molti anni, decide di tirargli un ultimo scherzo, proponendogli un affare destinato a fallire già in partenza. Stanco delle continue sconfitte, Biagio assume una grave decisione, quella di suicidarsi. L'evento tragico viene realizzato nelle prime scene in maniera soft ed ironic al tempo stesso, per consentire di dare avvio alla trama del film.

L’idea della reincarnazione e dello scambio di persona è un canovaccio già conosciuto, pur tuttavia viene riproposto in un ritmo incalzante, ricco di colpi di scena che mantengono elevata l'attenzione degli astanti.

Senza più niente da perdere, Biagio compie un’ultima buona azione e, una volta condannato al “piano seminterrato”, ottiene la possibilità di reincarnarsi in qualcun altro per correggere il giudizio imposto alla sua anima. A tal proposito, una chicca divertente è fornita dalla rappresentazione dell’Aldilà, immaginato alla stregua di un grande albergo al quale si arriva per il tramite del taxi di Enzo Iacchetti, un conducente divertente che non disdegna tra un viaggio e l'altro qualche "sorso" dalla sua fiaschetta.

Qui, accolti dal un sistema ben collaudato di reception e sorveglianza ed in base al loro comportamento, le anime vengono incanalate nei vari piani.

Al primo albeggiare fa la sua apparizione il direttore del distretto. Attenzione, non si tratta di San Pietro ma di un divertente Karl Marx. Certo, la pellicola tratta anche anche argomenti più delicati quali la morte, l’insicurezza, il successo e il libero arbitrio inquadrato in una dimensione più ampia, che non esclude ovviamente l'aspetto morale.

Il regista dunque, non rinuncia al lieto fine, ma lo costruisce senza troppe pretese e con l’utilizzo di un’atmosfera gradevole, a metà strada tra sogno e verità. Il cast è formato da un gran numero di personaggi ben radicati nel mondo della commedia, tra cui spiccano Neri Marcorè
ed Emilio Solfrizzi, protagonisti che impreziosiscono la pellicola, interpretandone anche le diverse sfumature.

Insomma, una commedia che non cade nel banale e raggiunge il suo scopo: far sorridere.

Ilaria Licenziato
 

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