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NAPOLI: JOHN AXELROD ANCORA UNA VOLTA SUL PODIO DEL SAN CARLO

05/03/2014

NAPOLI: JOHN AXELROD ANCORA UNA VOLTA SUL PODIO DEL SAN CARLO

opo il grande successo di Evgenij Onegin e il commovente concerto in ricordo di Claudio Abbado,

venerdì 7 marzo ore 20.30 (in replica sabato 9 alle ore 18) John Axelrod sale ancora una volta

sul podio del Massimo napoletano, alla guida dell'Orchestra stabile, per il nuovo appuntamento

della stagione sinfonica 2013-14.

In programma la Prima sinfonia in re maggiore op. 25, detta “Classica” di Sergej Prokof’ev, la

Sinfonia concertante in mi bemolle maggiore per oboe, clarinetto, corno, fagotto e orchestra

k297b di Wolfgang Amadeus Mozart (solisti le prime parti del San Carlo Domenico Sarcina, Luca

Sartori, Ricardo Serrano, e Mauro Russo) e la Sinfonia n.2 in re maggiore op. 73 di Johannes

Brahms.

Laureato alla Harvard University e formatosi nella tradizione di Bernstein, John Axelrod è dal

2011 Direttore Principale Ospite dell'Orchestra Sinfonica “Verdi” di Milano. Il suo stile carismatico

e un repertorio estremamente vasto ne fanno uno dei più richiesti direttori d'Orchestra del

panorama musicale contemporaneo. Tra le tante orchestre con cui ha collaborato, la Rundfunk-
Sinfonieorchester di Berlino, NDR Symphony di Amburgo, Dresdner Philharmonic, Israel

Philharmonic, Orchestre de Paris, Royal Philharmonic of London, London Philharmonia, e in Italia

l' Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di

Torino, Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia.

Sergej Prokof’ev lavora alla sua Prima sinfonia in re maggiore op. 25, detta “Classica”, tra il

1916 e l’estate del 1917, anno cruciale per la storia russa. Il suo è un universo ampissimo di

conoscenze musicali, orientato sia all’approfondimento della tradizione classico-romantica,

sia alle più moderne e attuali tendenze compositive europee. E moderna e classica allo tempo

stesso è la sua Prima sinfonia, ancorata alla tradizione ma aperta già al futuro. Il compositore

frequentava e assorbiva infatti la musica dei maggiori autori della prima avanguardia (da Debussy

a Ravel, da Skrjabin, a Stravinskij), senza mai dimenticare l’amore e la sensibilità per la tradizione

classica, Haydn e Mozart su tutti. Classico è certamente l’impianto strutturale di questa Prima

sinfonia, basato sui tradizionali quattro movimenti. L'Allegro, iniziale conferma pienamente

questa miscela di classico e moderno anche per l’accento ironico e umoristico che, traspira poi

anche dal delicato Intermezzo-Larghetto, pieno di espressività e venato talvolta di struggente

nostalgia. Il terzo movimento è un capolavoro di stile e di eleganza compositiva, basato su una

sapiente stilizzazione i versione moderna delle tradizionali danze di corte settecentesche. Il Finale,

energetico e spumeggiante regala all’ascoltatore una durevole risonanza felice e positiva.

Scritta in brevissimo tempo, tra il 5 e 20 aprile 1778, la meravigliosa Sinfonia Concertante in mi

bemolle maggiore per oboe, clarinetto, corno, fagotto, e orchestra, k. 297b di Wolfgang Amadeus

Mozart fu composta su richiesta del direttore della notissima istituzione musicale dei “Concerts

Spirituels”, Jean Le Gros, e di un gruppo di valentissimi strumentisti della celeberrima orchestra

di Mannheim. Una nuova versione dell’opera ricomparirà più tardi, trascritta probabilmente da

anonimo con una variante significativa, ovvero la sostituzione delle parti di flauto e oboe, con

quelle di oboe e clarinetto. Le caratteristiche generali e l’atmosfera sonora dell’opera appaiono

perfettamente aderenti al gusto francese per la meravigliosa e mondana piacevolezza dei temi,

come nei due gruppi di motivi che nell’Allegro iniziale vengono proposti dall’orchestra e poi ripresi

e variati in giochi musicali dai quattro solisti, o ancora per la grave solennità dell’Adagio, con quel

lirismo cantabile di clarinetto e fagotto che sembra preludere al clima misterioso e massonico

del Flauto magico, o infine per la divertentissima, gioviale trama di dieci variazioni dei solisti sul

tema iniziale nell’Andantino con variazioni che chiude una musica che è puro godimento e vera

ricreazione. Questa meravigliosa pagina sinfonica vedrà in giocole prima parti dell'Orchestra

del Teatro di San Carlo( oboe Domenico Sarcina, clarinetto Luca Sartori, corno Ricardo Serrano,

fagotto Mauro Russo).

Composta nel corso dell’estate del 1877, la Seconda sinfonia in re maggiore op. 73 di Brahms

vide la luce ad un anno di distanza dalla Prima fu eseguita per la prima volta il 30 dicembre dello

stesso anno presso la Großer Musikvereinsaal di Vienna dai Wiener Philharmoniker diretti da Hans

Richter. Il successo fu immediato e l’apprezzamento unanime. La saliente serenità e leggerezza

della Seconda sinfonia, fa emergere una chiara vena schubertiana sia nello sviluppo del discorso

melodico, sia per la cantabilità. L’Allegro non troppo è per lo più essenziale, costituito tre soli

suoni da cui però prende vita e si sviluppa per progressive elaborazioni l’intero movimento.

L'Adagio non troppo inizia con una delle più belle e seducenti melodie di Brahms, e così con il

terzo movimento, Allegretto grazioso, quasi andantino, pastorale fin dall’esordio degli oboi,

introduce un tracciato che si dispiega poi secondo le peculiarità formali dello scherzo con trio.

Infine il coinvolgente Allegro con spirito riprende, trasformandola, la cellula d’inizio del primo

tempo e induce a recepire il senso di una circolarità simmetrica e di unità elaborativa interna,

marchio di fabbrica brahmsiano.

Venerdì 7 marzo 2014, ore 20.30

Sabato 8 marzo 2014, ore 18.00

TEATRO DI SAN CARLO

John Axelrod/Orchestra del Teatro di San Carlo

Direttore: John Axelrod

Oboe: Domenico Sarcina

Clarinetto: Luca Sartori

Corno: Ricardo Serrano

Fagotto: Mauro Russo

Orchestra del Teatro di San Carlo

Programma

Sergej Prokofe'v, Sinfonia n.1 in Re Maggiore "Classica”, op. 25

Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia Concertante in Mi bemolle Maggiore per oboe, clarinetto,

corno, fagotto e orchestra K297b

Johannes Brahms, Sinfonia n.2 in Re maggiore, op. 73

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E L'ULTIMA REPLICA DI ONEGIN E' UN'OCCASIONE PER FAR RIFLETTERE SULLA FIGURA

FEMMINILE NELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA: LA GRANDE ANTROPOLOGA AMALIA

SIGNORELLI INCONTRERA' IL PUBBLICO TRA PRIMO E SECONDO ATTO

Domenica 9 marzo, in occasione dell'ultima replica di Evgenij Onegin delle ore 19, durante il

primo intervallo, l'antropologa Amalia Signorelli incontrerà il pubblico per una riflessione sulla

figura femminile nella nostra contemporaneità, partendo dal personaggio di Tat'jana, troppo

spesso letto e interpretato da una sensibilità esclusivamente maschile.

La donna moderna ricerca l'autonomia e le regole cui essere fedele. Siamo sicuri che la Tat'jana di

Onegin in fondo non abbia scelto in questa direzione?

La Signorelli, docente nelle Università di Urbino, Roma e Napoli, ha condotto ricerche in

particolare sui processi di modernizzazione dell’Italia meridionale, sulle migrazioni, sulla

condizione femminile, sulle culture urbane

Amalia Signorelli

Antropologa culturale

Nata a Roma, ha insegnato nelle Università di Urbino, Napoli e Roma ed è stata invitata in alcune

Università straniere. In quanto antropologa culturale, da sola o partecipando a gruppi, ha fatto

molte ricerche: sui processi di modernizzazione dell’Italia meridionale, sulle migrazioni, sulla

condizione femminile, sulle culture urbane. Tra i suoi libri, il più attuale, anche se non il più

recente, è del 1983: si chiama Chi può e chi aspetta. Giovani e clientelismo in un'area interna del

Mezzogiorno.(Liguori,Napoli) e dimostra che già in quella data era possibile prevedere lo sfascio

politico-istituzionale in cui siamo piombati oggi in Italia. Infatti uno degli obiettivi che Amalia

Signorelli ora si pone è capire perché la nostra classe dirigente prenda sistematicamente decisioni

i cui nefasti effetti sono largamente prevedibili; e perché gli italiani continuano a lasciarglielo

fare. L'antropologa sostiene che si tratta di una questione di mentalità e dunque un oggetto

preferenziale per l’antropologia culturale.

La Redazione
 

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