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Pompeii: dai calchi alla storia d'amore

05/03/2014

Pompeii: dai calchi alla storia d'amore

Il cinema e la letteratura da sempre hanno tratto ispirazione dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che devastò il territorio di Pompei ed Ercolano e che determinò la morte di una popolazione intera. Ciascun regista o scrittore poi, si sa, racconta la sua storia: non tanto quella dell'eruzione, quanto piuttosto soffermandosi su alcune delle tantissime vite spezzate.

Il regista di "Pompeii", in questo periodo nelle sale cinematografiche, Paul. W. S. Anderson, sembra sia partito da un semplice calco per raccontare una storia d'amore, triste non solo perché i suoi protagonisti sono morti tragicamente. I due giovani sembrano essere nati da un unico blocco di marmo, un po' come Amore e Psiche di Canova. In piedi, guardandosi negli occhi, ignorando la crudeltà della natura, sembra che abbiano scelto di attendere la lava che li travolgerà così, abbracciati.

Cassia (Emily Browning) è una ragazza anticonformista, figlia di una ricca famiglia patrizia, che decide di rientrare nella sua amata Pompei, prima del previsto, atteso che non è molto affascinata da Roma e dallo stile di vita dei corrotti romani. Milo (Kit Harington) ultimo celta sopravvissuto alla strage del suo popolo a causa dei romani, è riuscito a diventare un valente e apprezzato gladiatore. Inizialmente diffidente e scontroso cambia nel corso della storia grazie all'amore per Cassia e all'amicizia con il suo compagno di cella.

E' sufficiente soffermarsi sull'intensità degli sguardi che i due giovani si scambiano a far comprendere allo spettatore che il loro è un colpo di fulmine. Come in ogni storia che si rispetti, non può mancare il cattivo di turno, che, udite udite, non sono i genitori della ragazza, bensì un senatore romano, Quinto Attilio Corvo, intenzionato a investire del denaro a Pompeii con il consenso e l'ossequio del padre di Cassia, Marco Cassio Severo, signore della città.

Corvo pretende in cambio la mano della bella e ostinata giovane, pena una denuncia, peraltro senz amotivazione alcuna, all'imperatore di Roma. Il crudele senatore, accortosi dei sentimenti di Milo e Cassia fa di tutto per mandare lo schiavo a morire nell'arena. Non sarà soltanto questione di bravura e forza ciò che salverà il nostro eroe: gli dei hanno risvegliato la montagna che comincia a far tremare la terra, a cacciar fumo, lapilli e lava incandescente.

La pellicola appartiene al genere storico, drammatico, romantico: grazie al 3D il regista riesce ad affascinare gli astanti con le scene delle battaglie e degli scontri corpo a corpo, e con gli scenari grandiosi che ovviamente vedono protagonista il Vesuvio. Se la fine è scontata, non lo è la pellicola che merita di essere vista, per quel detto non detto tra i giovani innamorati, per scoprire quel carattere indomito e crudele che portò Roma ad essere la capitale del mondo, per ricordare la potenza della natura che spazza via tutto, se vuole. 

Giuliana Scamardella

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