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Il Cimitero delle Fontanelle, il culto delle anime pezzentelle

04/04/2012

Il Cimitero delle Fontanelle, il culto delle anime pezzentelle

Nel Rione Sanità, tra via Foria e la collina di Capodimonte, in uno dei quartieri di Napoli più ricco di tradizioni, si trova il Cimitero delle Fontanelle il cui nome deriva dalla presenza di abbondanti sorgenti di acqua in questa parte della città. Questo antico cimitero conserva da almeno quattro secoli le spoglie mortali di coloro che non avevano la possibilità di permettersi una degna sepoltura e, soprattutto, delle vittime delle pestilenze che nel corso degli anni flagellarono la città. Ricavato dalle cave di tufo che caratterizzavano la zona, ed usato già da prima del Seicento come ossario, il Cimitero delle Fontanelle divenne tale in occasione della peste che nel 1656 decimò la popolazione napoletana. Nei successivi due secoli un gran numero di resti vennero ivi sepolti. Nel 1837 un'ordinanza vietò gli ossari nelle chiese e così ulteriori resti vennero spostati nella cava/cimitero.
Da quel momento nacque l'usanza popolare di “adottare” un teschio dandogli un nome e attribuendogli una storia. Quando alla fine dell'Ottocento il culto delle anime del Purgatorio raggiunse la sua massima diffusione, le ossa anonime del cimitero divennero, per la gente della città, le “anime pezzentelle” (anime abbandonate), e al teschio adottato vennero dedicati altari e teche di ogni tipo, impreziositi di merletti e cuscini e adornati con lumini e fiori. A questi venivano aggiunti bigliettini con preghiere, richieste, ringraziamenti per grazie ricevute, che venivano inseriti all'interno della “capuzzella”(il teschio). Accadeva però che se le richieste non erano esaudite, il teschio venisse abbandonato e sostituito con un altro.
Abbandonato per lunghi anni, nel 2002, dopo interventi di recupero e revisione, riapre al pubblico, anche se solo per pochi giorni all'anno, in occasione del “Maggio dei Monumenti”. E' solo dal Maggio 2010 che l'Amministrazione Comunale ha deciso di rendere di nuovo realmente accessibile questo luogo che è sicuramente tra i più suggestivi di Napoli.

Anita Ricca

 

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