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15/05/2015
Napoli: debacle contro il Dnipro. Gol fallito da Higuain e scelte errate del mister. Addio Varsavia.
E' sempre difficile poter analizzare le cause di un fallimento di un grande obiettivo, soprattutto quando i motivi sono sempre gli stessi e ben noti. Il Napoli ha sbattuto duramente contro il muro biancoblu del Dnipro ed ha abbandonato mestamente il sogno di approdare alla finale di Europa League a soli '90 minuti di distanza.
Gli azzurri sono usciti dal campo nel peggiori dei modi, benchè il passivo di 1-0 non sia un risultato di certo pesante; è la prestazione sfornata che ha lasciato perplessi e sconcertati. Per molti dei calciatori scesi in campo, questa semifinale, ha rappresentato finora la cosiddetta “partita della vita”, il match più importante della carriera per il prestigio e per la posta in palio, ma nonostante tutto, anche in questa circostanza, sono comparsi i soliti atavici difetti della rosa napoletana: atteggiamento compassato e mancanza della giusta determinazione.
In tal senso, va dato merito a Markevych di aver saputo conferire ai propri ragazzi un assetto tattico equiibrato, molto difensivista ma solidissimo, capace di saper sfruttare al meglio le pecche del Napoli per poi dare il meglio in campo aperto grazie alla abilità palla al piede di Konoplyanka, alla freddezza di Rotan e alle garanzie offensive di Seleznyov: una vera e propria sentenza nell'arco di 180 minuti.
Grande responsabilità ricade su Higuain che, tra andata e ritorno, ha sciupato almeno quattro alle gol. Clamorosa quella fallita ieri nei minuti inziiali di gioco, quando si è lasciato ipnotizzare dal portiere ucraino che gli ha respinto la conclusione a pochi metri dalla porta. Da un calciatore del suo livello, era lecito aspettarsi ben altre prestazioni, soprattutto in queste gare.
Anche Benitez, a nostro avviso, ha delle responsabilità per la scelta della formazione e per la successiva "lettura" del match. Perchè forse era il caso di inserire già all'inizio del secondo tempo Hamsik al posto di Inler e non di Gabbiadini, giocatore che "vede" la porta anche con tiri dalla distanza, considerato che c'era da segnare per raggiungere la finale. Anche Mertens poteva essere schierato fin dall'inizio al posto di Insigne, in quanto si era già visto all'andata che il talentuoso Lorenzo aveva sofferto tantissimo la fisicità dei difensori ucraini e, inoltre, il campo pesante non lo avrebbe di certo aiutato.
Ma più di tutto viene da chiedersi come mai il mister abbia scelto di lasciare in tribuna un'alternativa offensiva importante come Duvan, a beneficio di un centrocampista in più in panchina, quando proprio in avanti era più che mai necessario con le stesse armi alle sportellate dei difensori del Dnipro. E si è visto, nelle mischie finali, quanto poteva essere utile la fisicità del colombiano che, non dimentichiamo, vanta un'invidiabile media realizzativa, pur non avendo giocato molto. Incomprensibile davvero, in una gara cosi importante, la valutazione di Benitez.
Sono queste le maggiori contraddizioni emerse nel secondo fallimento continentale dopo quello di Bilbao di inizio anno, ma non le uniche: anche i calciatori non sono esenti certamente da colpe. Attacco inesistente, centrocampo incerto, difesa traballante hanno influito in maniera importante sull'eliminazione. Ora, per tentare di mettere una toppa ad una stagione altrimenti fallimentare, è necessario mettere da parte delusione ed amarezza, rialzarsi e dare il massimo nelle ultime 3 giornate di campionato per salvare il salvabile dopo aver smarrito per strada 2 dei 3 obiettivi stagionali. Il Monday Night contro il Cesena, aritmeticamente retrocesso, rappresenta in questi termini la celeberrima ultima spiaggia, la stessa che Benitez voleva raggiungere e che adesso osserva da lontano. La vittoria nel prossimo turno è l'unico risultato possibile per il Napoli per tentare di salvare il salvabile.
Alessandro Alberto Di Porzio