Oggi a quest’ora le pagine dei giornali sportivi sarebbero dovute essere piene di tutte quelle notizie tipiche del lunedì, o comunque caratteristiche di un post turno di campionato. Si sarebbe dovuto parlare dell’avvincente sfida al vertice tra Milan e Juventus, fatta di sorpassi e controsorpassi, dell’ingarbugliata corsa al terzo posto per la conquista del passaporto Champions, della lotta in coda, all’ultimo punto, per non retrocedere. Ci sarebbero dovute essere pagine e pagine, articoli e articoli, contenenti sintesi di partite, interviste a mister e calciatori, pagelle, disamine tattiche, polemiche e moviole.
Invece tutto si è fermato. Venti secondi, venti drammatici quanto impietosi secondi. Questa è la durata di quelle immagini che racchiudono la fine di una vita, quella di Piermario Morosini, un ragazzo di soli venticinque anni che si è spento mentre si dedicava a quello sport che tanto amava. Quello sport che lo aveva aiutato a superare quei difficili momenti che la vita gli aveva riservato con la perdita dei genitori prima e del fratello poi. Tutto si è fermato, come avvolto in una nuvola di silenzio, anche l’enorme macchina mediatica ha dovuto cedere inesorabilmente il passo alla tragedia: campionati sospesi.
Oggi è davvero dura trovare parole o idee da esprimere perchè il pensiero torna sempre li.
Il pensiero torna a quelle immagini, a quei tre tentativi di rialzarsi, di aggrapparsi con tutte le forze alla vita, a quella volontà mai doma di un ragazzo di venticinque anni la cui favola non ha purtroppo avuto un lieto fine. Inutile allora cercare altre parole, inutile pensare ad altri argomenti, inutile voler dare una spiegazione a qualcosa di inspiegabile, ancorchè difficile da accettare.
Scriveva Pablo Neruda “Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.” Lui, Moro, è uno di quelli che ha vissuto fino in fondo la sua passione, ha vissuto appieno le sue emozioni e ci ha fatto brillare gli occhi in un maledetto sabato pomeriggio.

Ciao Piermario.
 

Massimo Ricca