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Napoli: La Certosa di San Martino

09/05/2012

Napoli: La Certosa di San Martino

Nel quartiere del Vomero, dall'alto della sua collina, dove la vista si inebria nell'ammirare il Golfo di Napoli con i suoi magnifici colori, trova spazio un edificio in cui alla ricchezza dei tesori che possiede si unisce la posizione incantevole nella quale si trova: è la Certosa di San Martino.
L'opera voluta da Carlo d'Angiò, duca di Calabria, venne fondata nel 1325 e realizzata da Tino di Camaino e Attanasio Primario secondo i canoni architettonici dell'Ordine e del periodo storico. Dell'opera originaria restano soltanto i meravigliosi sotterranei gotici, questo perchè la Certosa, tra il Cinquecento e gli inizi del Settecento, venne sottoposta ad un rinnovamento radicale che diede al complesso monastico l'attuale aspetto. Tre furono gli architetti che si dedicarono all'opera: Giovanni Antonio Dosio, nel 1582, che ne conferì un aspetto più raffinato adeguandosi allo stile rinascimentale di quel periodo, eliminando così l'aspetto severo dello stile gotico.

Cosimo Fanzago, nel 1623, che ne diede una veste barocca ed infine Nicola Tagliacozzi Canale, nel 1723, che adeguò la Certosa allo stile del tempo, con dipinti, architettura e scultura di gusto rococò.
Nel corso del tempo numerosi furono gli artisti che resero preziosa la Certosa, tra questi Luca Giordano, Antonio Vaccaro, Battistello Catracciolo e molti altri.

Riccamente decorata, impreziosita dalla mano di così tanti artisti, la Certosa, anche in seguito alle vicende storiche e politiche, che la videro sottratta ai certosini, accusati di parteggiare per i repubblicani durante la Repubblica Napoletana del 1799, perse il “ruolo” religioso e venne trasformato, nel 1866, dopo essere divenuto Monumento Nazionale, “museo storico” della città e del Regno di Napoli. Al patrimonio già considerevole racchiuso nel museo, arrivò da tutto il territorio del Regno ciò che poteva servire a dare testimonianza della storia Napoletana e della sua arte. Attualmente, in seguito ad un mirabile restauro architettonico, è stato restituito all'edificio la percezione di luogo religioso, senza che per questo sia venuta meno la funzione di museo, in una fusione di arte e spiritualità, unendo tutto ciò al meraviglioso panorama della città che si apprezza dai belvederi e giardini di questo luogo incantevole.

 

Fonte: Napoleggiamo ( www.napoleggiamo.it ) 

 

 

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