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Salerno e il suo teatro.

12/05/2012

Salerno e il suo teatro.

Un lungomare curato e moderno, un porto che attira parte del turismo crocieristico e amatoriale, i bei negozi del centro e finanche le ricche luminarie natalizie: sono questi, alcuni degli elementi che, negli ultimi anni, hanno portato la seconda città della Campania ai primi posti nelle graduatorie relative alla qualità della vita. Ma c’è un altro settore in cui Salerno lancia un importante segnale di competitività.

Da qualche anno, infatti – anche grazie alla nomina di un direttore artistico di fama internazionale come Daniel Oren – questa città ha finalmente ritrovato, come tempio della Musica e della Cultura, il “suo” teatro, rimasto inagibile per oltre 15 anni dopo il terribile terremoto del 1980. Vario e nutrito il cartellone, che alle grandi opere (sicuro richiamo anche per il pubblico dei non adepti) affianca coraggiosamente titoli meno noti, ma altrettanto validi, come “Les Pecheurs de perles”, capolavoro giovanile di Georges Bizet, in scena la prossima settimana con la direzione del Maestro Oren e la regia di Riccardo Canessa.

E’ interessante la storia del teatro, diventato sicuramente un importante punto di riferimento nel panorama della grande musica italiana. La costruzione dell’edificio venne deliberata solo dopo l’unità d’Italia, rispondendo alle pluriennali istanze della città. Risolto il problema della scelta del sito, venne realizzato un progetto che rispettava, all’interno, lo stile e le proporzioni del Massimo napoletano (insuperato prototipo del “teatro all’italiana”), mentre l’esterno rispecchiava lo stile neoclassico, già sperimentato sia per la Scala che per il San Carlo stesso.

La bella decorazione interna è costituita da affreschi, stucchi e scenari richiamanti tutti la nobile destinazione d'uso del luogo: degni di nota, il soffitto della sala raffigurante Rossini e le sue opere più note, nonché il ricco sipario - su bozzetti di Domenico Morelli - che narra invece un episodio storico, la cacciata dei saraceni da Salerno.

Il "Teatro Municipale" - intitolato a Giuseppe Verdi solo nel 1901, anno della sua morte - venne inaugurato nel 1872 con “Rigoletto” ed è tra i pochi teatri italiani che, di quel periodo, conserva ancora la struttura lignea originale. Sicuramente meno bello e meno ricco di tanti altri, costituisce una nuova, importante realtà che attira pubblico da ogni parte d’Italia, liberando finalmente i salernitani dall’incubo di impegnative trasferte.

Maria Continisio

 

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