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LA POSTEGGIA

18/05/2012

LA POSTEGGIA

ARTE E MESTIERE NAPOLETANI

“Dottò, preferite ‘O Sole mio oppure a piacere vostro” ?: dicendo più o meno così, si avvicinavano a noi e, persuadendoci e convincendoci, rallegravano con belle serenate le nostre cene al ristorante.
Stiamo parlando dei “posteggiatori”, il cui termine “posteggia” veniva adoperato a Napoli per indicare il luogo (puosto) abituale in cui i musicisti erano soliti “intrattenersi”, successivamente riadattato ed utilizzato per farsi riconoscere quando appunto erano pronti per essere “appustiati”.

Le origini della “posteggia” risalgono a tempi antichi: dai delicati suoni di arpe e romanzieri ellenici, questi girovaghi della canzone a Napoli ne fecero un mestiere, una vera arte.
I “posteggiatori” erano un gruppetto di tre, quattro, anche cinque elementi “armati” di mandolino, chitarra e piattino: il cantante, tra una canzone e l’altra, circolava tra i tavoli di un ristorante e non di rado era anche ingaggiato da fidanzati, mariti, amanti per dichiarare eterno amore sotto il balcone delle proprie amate.

Da buon partenopeo, mi piace ricordare il film capolavoro “Così parlò Bellavista”: chi può dimenticare la scena del sorridente posteggiatore che, con la sua chitarra, “non suona per non disturbare” suoceri e futuri sposi ?
Nomi artistici talentuosi che ebbero esperienze di posteggiatori furono quelli di Giovanni Capurro, autore compositore della più bella canzone del mondo “ ‘O Sole mio” e di Enrico Caruso, il famoso Tenore, che cominciò fanciullo ad esibirsi tra i caffè e i ristoranti della città.

Al giorno d’oggi, questi artisti sono quasi del tutto scomparsi, lasciando il posto, in cerimonie e feste, a cantanti di professione e gruppi musicali.

Napoli è la città delle tradizioni importanti , la città di un grande patrimonio musicale e, soprattutto, la città dove la fantasia non manca mai: chissà che al nostro tavolo, prossimamente, non capiti di ascoltare nuovamente un mandolino ed una voce “posteggiare” e, “disturbando” volentieri, ci ricordi come era bella una volta e come lo sarà per sempre la nostra splendida e poetica città .
 

Fonte: Napoleggiamo.it (www.napoleggiamo.it)

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